Cosa riserverà il nuovo anno alla scuola italiana? Proviamo a fare qualche previsione, anzi un po’ scherzosamente un oroscopo, tenuto conto della labilità dei pronostici legati ai flussi e riflussi delle vicende politiche.
Con il 2004 inizia la seconda metà della legislatura. Essa sarà punteggiata da una serie di scadenze elettorali, a partire dalle prossime elezioni per il Parlamento europeo. L’attuale maggioranza avrà quindi più di un’occasione per misurare il consenso popolare alla sua azione, sempre che riesca a risolvere in modo positivo e credibile i problemi politici che la dividono. E certamente la scuola, la politica scolastica, sarà uno dei più importanti banchi di prova per il governo e la maggioranza che lo sostiene.
Il fatto è che dopo il successo ottenuto nel 2003 con l’approvazione parlamentare della riforma (le riforme strutturali della scuola non sono mai facili in Italia), il ministro Moratti si trova ora di fronte una serie cospicua di problemi legati alla sua attuazione. Problemi complessi, perché la legge 53/2003 presenta ampi margini di interpretazione, e nel 2004, anno di decreti legislativi e regolamenti, tutti i nodi verranno al pettine: da come essi saranno sciolti, o non sciolti, dipenderà anche in buona misura il grado di consenso (o dissenso) che l’elettorato esprimerà sull’attività del governo. Eccone alcuni:
Scuola primaria: moduli sì (sostenuti dai sindacati), moduli no (scardinati dal bertagnano “maestro prevalente“). Oroscopo di Tuttoscuola, quasi un auspicio: moduli “se” (se saranno scelti o meno dalle scuole, nella loro autonomia);
Tempo pieno nella scuola primaria: modello tradizionale, col doppio insegnante, o modello nuovo, con l’insegnante di riferimento. Oroscopo (insistiamo): decidono le scuole nella loro autonomia, offrendo alle famiglie soluzioni articolate, plurime, flessibili;
Secondo ciclo: pari dignità dei due sistemi oppure un megasistema liceale (rivincita di Berlinguer), cui si affianca un microsistema professionale, ricalcato sui percorsi triennali regionali attualmente in sperimentazione. Oroscopo, forse azzardato: una grande intesa politico-costituzionale-istituzionale tra Stato e Regioni fa nascere centri politecnici nei quali si offrono tutti i percorsi professionali, compresi quelli per apprendisti, nonché il liceo tecnologico ed economico, non articolati in indirizzi (altrimenti il sistema dell’istruzione e formazione professionale non decolla);
Alternanza scuola-lavoro: si potrà fare anche il liceo lavorando in azienda, o l’alternanza riguarderà essenzialmente gli studenti dei percorsi tecnico-professionali? Oroscopo: avvio sperimentale dell’alternanza, puntando su un modello integrato (tipo “terza area” degli attuali Istituti professionali), e cominciando con gli allievi del canale tecnico-professionale;
Esami di Stato, a conclusione dei due cicli: avvio anticipato del modello indicato dalla riforma (che prevede anche prove “predisposte e gestite dall’INVALSI“), oppure rinvio delle novità a quando la riforma andrà a regime (non prima del 2010 per il secondo ciclo)? Il previsto decreto legislativo dovrà dire qualcosa in merito. Oroscopo: avvio sperimentale delle prove esterne su base campionaria, ed eventualmente volontaria, dal 2005 per il primo ciclo e dal 2007 per il secondo.
Ma ci sono anche altri aspetti della politica scolastica per i quali il 2004 sarà l’anno della verità. Ne citiamo tre:
Nuova carriera degli insegnanti: per legge o per contratto? Per anzianità o per merito? Oroscopo (Tremonti permettendo): avanzamenti di carriera (e di stipendio) legati a incrementi certificati della professionalità iniziale e alla disponibilità dei relativi posti-funzione nelle scuole; meccanismi di incrocio della domanda (da parte dei docenti) e dell’offerta (da parte delle scuole) di tali posti;
Valutazione dei dirigenti scolastici (metodo SIVADIS): riguarderà nel 2004 solo il 30% degli interessati, avrà carattere sperimentale e non produrrà effetti di tipo economico o giuridico. Oroscopo: l’estrema cautela della procedura scelta dal Ministero, peraltro contestata da sindacati confederali e SNALS, non metterà i direttori generali regionali, che sono i valutatori finali, al riparo da ricorsi e contestazioni di vario genere. Emergerà l’esigenza di una vera e propria task force valutativa, strutturata a livello regionale, a supporto delle decisioni del valutatore finale;
Formazione tecnica superiore: le lauree triennali di tipo tecnico, come i precedenti DU (Diplomi Universitari) continuano a non soddisfare l’esigenza di un organico sistema di formazione superiore a carattere applicato, fortemente sollecitata dalle imprese. Gli IFTS, condizionati dalle dinamiche locali e dalla complessità del modello organizzativo, solo in parte riescono a venire incontro a tale esigenza, mentre la proposta di Confindustria di rilanciare gli istituti tecnici (oltretutto in forma di licei) non sembra adeguata né realistica. Oroscopo: l’offerta di formazione superiore applicata potrebbe essere arricchita sul versante non universitario avviando sperimentalmente anche in Italia, come si fa in altri Paesi, corsi biennali, a tempo pieno, per alcune grandi fasce di competenza tecnica (esempi: ICT, automazione industriale, economia aziendale). Questi corsi potrebbero essere affidati agli attuali istituti tecnici e professionali, anche consorziati, molti dei quali possiedono importanti risorse tecnologiche e umane, oggi certamente sottoutilizzate.
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