Tuttoscuola: Non solo statale

Scuola e lavoro, necessario che i due mondi ‘si frequentino’

Attorno alla presentazione, da parte dell’autore Dario Nicoli, del volume “Il Lavoro Buono. Una proposta educativa per la generazione post-crisi” (edizione CNOS-FAP e Tuttoscuola, 2015), si sono svolti molti interventi, il cui denominatore comune è stato l’urgenza di un profondo raccordo tra mondo educativo e mondo del lavoro.

Il dibattito sul libro è stato aperto da Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola e moderatore dell’incontro, che ha ricordato i dati, per molti versi allarmanti, di una ricerca Ipsos, dalla quale risulta che quasi un ragazzo su tre ritiene che il modo più efficace per trovare lavoro sia quello delle conoscenze personali e delle raccomandazioni.

Carlo Cipollone, dirigente scolastico dell’istituto ospitante l’incontro, il Galilei di Roma, ha ammesso le responsabilità del mondo della scuola nella produzione dei “Neet” (“Not (engaged) in Education, Employment or Training”), e ha ricordato come buon lavoro e buona scuola debbano andare di pari passo.

In questo senso, ha spiegato il dirigente scolastico, hanno una forte importanza le attività di simulazione di impresa, dal momento che i ragazzi non sono attratti da una realtà in cui non possono operare.

Angelo Petroni, segretario generale dell’Aspen Institute, ha lodato i contenuti del libro, soffermandosi sulla totale disarticolazione nel nostro sistema scolastico e universatario, tra studio e lavoro: la scelta della facoltà universitaria da parte degli adolescenti dovrebbe essere importante almeno quanto quella del loro telefonino.

Petroni ha insistito sulla scarsa connessione tra università e mondo reale, ed espresso la necessità di un raccondo tra mondo della scuola e mondo dell’università.

Raffaele Morese, segretario generale associazione nuovi lavori, ha ricordato la propria esperienza di sindacalista, affermando che il lavoro, oltre che buono, deve essere quanto meno decente. Scuola e lavoro “si devono frequentare”, e questa frequentazione deve farsi sistema, abbandonando la tentazione delle singole intraprendenze

Gildo De Angelis, direttore generale dell’USR Lazio, ha invece affrontato le ricadute della Legge 107 “La Buona Scuola” con particolare attenzione al potenziamento dell’offerta formativa secondo la normativa vigente e ai poli tecnico-professionali.

In particolare, De Angelis si è soffermato sui tempi e i modi della cosiddetta fase C del piano assunzionale della legge di riforma della scuola, e sulle modalità di ricerca delle partnership per l’alternanza scuola-lavoro.

Da ultimo, ha concluso i lavoro Don Mario Tonini del Cnos/Fap, che ha rilevato come sul rapporto tra scuola e lavoro si ritrovi una sensibilità crescente, sulla scia della Buona Scuola e della legge di riforma del lavoro.

Tonini ha infine ricordato che “l’aspetto dell’alternanza scuola-lavoro non deve essere ridotto alla sola risposta alla disoccupazione, ma alla sua valenza educativa e pedagogica: si impara soprattutto facendo”.

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