Tuttoscuola: Non solo statale

Cgil: non confondere l’alternanza con il lavoro

L’alternanza scuola-lavoro non può risolversi in stage gratuiti, tirocini inventati, forme di lavoro che non hanno riconoscimento“. E’ quanto ha sostenuto ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, concludendo i lavori di un convegno dedicato a scuola e lavoro promosso dalla Confederazione insieme alla Flc.

Camusso ha sottolineato che non si può “immaginare che un innalzamento del sistema di istruzione si traduca un ennesimo canale di precarietà e sfruttamento“. “Occorre andare – ha precisato – verso un percorso che certifica le competenze, che prevede dei tutor. A Confindustria vorremmo dire che ricordiamo l’infinita discussione su apprendistato e certificazione: se uno studente entra in un’azienda per un percorso di alternanza, tanto più in questo momento di frantumazione dei diritti, serve un sistema di regole certe che individui i diritti“.

Per il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo gli interventi e le proposte nel rapporto tra istruzione e mondo del lavoro “hanno bisogno di un forte intervento pubblico per migliorare la qualità della offerta formativa, allargare l’occupazione e favorire maggiore qualità e innovazione del sistema produttivo“. Perciò “contrasteremo il tentativo di affidare alle imprese la progettazione di percorsi di alternanza che non devono essere confusi con tipologie di rapporti di lavoro. Servono più risorse e invece – afferma il sindacalista – i finanziamenti sono stati ridotti e vi è stata una forte riduzione delle ore dedicate all’alternanza. Un sistema nazionale dell’educazione permanente, politiche per il diritto allo studio, la riforma della formazione professionale e il rafforzamento dei percorsi tecnico-professionali e innalzamento dell’obbligo d’istruzione a 18 anni sono interventi decisivi per migliorare la qualità del lavoro a cui deve essere garantita autonomia e libertà“.

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