Ultima settimana di iscrizioni per l’anno scolastico 2014-15, il 28 febbraio si chiude.

Gli iscritti on line dieci giorni fa avevano raggiunto il milione (quasi due terzi del numero di studenti previsti, infanzia esclusa), per una percentuale pari al 65,3% che sembra rispecchiare l’andamento delle consultazioni elettorali del nostro Paese: sopra la media nelle regioni del Nord, in media al Centro e sotto la media nel Mezzogiorno.

Il nodo dell’operazione on line ci sarà probabilmente negli ultimi giorni quando diverse migliaia di famiglie si troveranno impantanate nel meccanismo telematico e dovranno ricorrere all’aiuto delle segreterie degli istituti. Non dovrebbe esserci nessuna proroga ma, con ogni probabilità, le funzioni rimarranno aperte per consentire recuperi e assestamenti.

La nota (prot. 547) del Capo Dipartimento, Luciano Chiappetta, diramata il 21 febbraio in sostituzione di una precedente nota (prot. 338) del 4 febbraio, ritirata e annullata, ha parzialmente chiarito la possibilità per i bambini stranieri di rinviare (deroga) l’obbligo scolastico, secondo la previsione normativa dell’art. 114, comma 5 del Testo Unico. La nota consente tale rinvio eccezionale per non più di un anno scolastico nei confronti di bambini stranieri adottati di recente e che, documentazione alla mano, si trovino in una condizione oggettiva di inadeguato sviluppo cognitivo e socio-affettivo.

La norma del Testo unico, a dire il vero, dice molto di più. La nota ministeriale, invece, tace sui casi di bambini spedalizzati o in gravi condizioni di salute; non fa cenno nemmeno (pressioni esterne?) ai casi diffusi di alunni gravemente disabili che, come succede tutti gli anni, ritardano l’ingresso nella scuola primaria anche su consiglio dei servizi socio sanitari (sono oltre 6 mila ogni anno).

Per questi casi il silenzio ministeriale potrebbe aprire uno spiacevole fronte di proteste nei confronti di quei dirigenti scolastici che ammetteranno al rinvio eccezionale dell’obbligo soltanto i bambini stranieri adottati.