L’evento Tablet School, la scuola digitale vista dagli studenti, dimostra che vi è una grande attenzione al tema della Scuola 2.0 e un forte desiderio da parte di molti istituti scolastici di intraprendere il cammino dell’innovazione. Le richieste di adesione al Progetto “Impara Digitale” sono molto elevate, tuttavia vi è la consapevolezza che per implementare il nuovo modello di scuola occorre una forte discontinuità con il passato e un consistente investimento economico. Il tutto in un momento sicuramente non favorevole, sia per la demotivazione della classe docente, sia per i bilanci delle istituzioni scolastiche che nella voce “funzionamento” hanno subito tagli drastici negli ultimi anni, al punto da divenire oggi assolutamente insufficienti fin anche per garantire l’ordinario funzionamento della macchina organizzativa. Se tuttavia l’approdo al digitale – visto il grande entusiasmo che si è percepito nel corso dell’evento di Bergamo, frutto del  mirabile e coinvolgente impegno personale della profssa Dianora Bardi, vice presidente di ImparaDigitale – si dimostra un elemento in grado di ridare spinta motivazionale a una buona parte dei docenti italiani disposti a raccogliere la sfida, il problema economico sembrerebbe insormontabile nelle attuali condizioni in cui sono state poste le scuole.

Certo ci sono le risorse messe a disposizione dai Bandi per l’azione Scuola 2.0, ma come già sottolineato da Tuttoscuola, queste potranno supportare un numero molto esiguo di scuole con il rischio di creare delle scuole di serie A e di acuire di conseguenza pericolosi  dislivelli già esistenti nel nostro Paese.

Abbiamo osservato, con i risultati delle iscrizioni per l’a.s. 2013/14 cosa è accaduto ad alcune scuole all’avanguardia in Italia: il raddoppio o la triplicazione delle iscrizioni, con la necessità di effettuare dei test di ammissione, data l’impossibilità di assorbire la grande quantità di studenti che desiderano essere istruiti in scuole al passo con i tempi.