Tuttoscuola: Scuola digitale

Scuola digitale/2. Serve un patto con famiglie e imprese

Questa linea è seguita oggi da molti Istituti italiani all’avanguardia, primo fra tutti in ordine di tempo l’Istituto “Luca Pacioli” di Crema, l’Istituto “Enrico Fermi” di Mantova, il “Majorana” di Brindisi, il “Savoia Benincasa” di Ancona. Il Circolo Didattico “Regina Elena” di Civitanova ad esempio ha creato una Scuola 2.0 unicamente attraverso un patto con le famiglie e le imprese, come descritto nell’ultimo numero di Tuttoscuola.

In molte realtà l’Istituzione scolastica, pur lasciando piena libertà di scelta alle famiglie, ha stretto convenzioni molto vantaggiose con fornitori di hardware consentendo alle famiglie acquisti rateizzabili a tasso zero, e con piccole somme aggiuntive utili assicurazioni sulla rottura di monitor LCD, leasing. Parimenti sono state previste forme di agevolazione o addirittura di donazione alle famiglie meno abbienti. Nel caso del Savoia Benincasa una nota azienda produttrice di hardware ha fornito gratuitamente dei netbook alle famiglie in difficoltà.

Certo, ogni patto che si rispetti deve essere bilaterale. A fronte di un acquisto importante come il device, la scuola non può far continuare a spendere alle famiglie cifre che variano tra i 200 e i 400 euro per l’acquisto di libri di testo cartacei assolutamente inadeguati alla nuova didattica 2.0. Molti degli Istituti citati, per garantire questo risparmio alle famiglie, hanno cominciato ad auto produrre risorse didattiche digitali e a caricarle nei device degli studenti, o si sono dotate di piattaforme on line attraverso le quali hanno messo a disposizione ampi repository di materiali di cui poter usufruire liberamente, spesso in forma di risorse aperte, integrabili e modificabili. Questo è sicuramente uno snodo cruciale.

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