Tuttoscuola: Scuola digitale

Scuola digitale/2. Pedro’ (Unesco): potenzialità e limiti

Una nuvola si aggira per le scuole del mondo”. La nuvola di cui parla Francesc Pedro’, direttore di ricerca dell’Unesco, all’affollata platea che segue i lavori dell’ultimo seminario promosso dall’ADi a Bologna nello scorso week end, è quella virtuale, elettronica, costituita da un numero pressoché infinito di bit, che ne fa una gigantesca risorsa per diverse attività umane, compresa naturalmente l’educazione.

Sulla nuvola risiedono già, e molti altri se ne aggiungeranno con ritmi esponenziali nei prossimi anni, contenuti utilizzabili per gestire percorsi e processi educativi di tutti i livelli e per tutte le età, molti dei quali (e cresceranno) fruibili a titolo gratuito. Si tratta di saperli utilizzare, di ‘acchiapparli’ in modo appropriato (e “Acchiappanuvole” – versione italiana di Cloudbuster, clone tecnologico di Ghostbuster, l’acchiappafantasmi, era il pertinente titolo del seminario ADi).

I vantaggi, riportati su grande scala, sono quelli già indicati nella news precedente, che Pedro’ ha ricordato nella prima parte della sua relazione: apprendimento flessibile e personalizzato, realizzabile ovunque e in qualsiasi momento, valutazione formativa resa possibile dall’immediato e costante feedback, formazione di comunità di apprendimento aperte, manutenzione e arricchimento degli apprendimenti nel tempo, anche al di là del periodo scolastico, nuovo ruolo degli insegnanti e loro valorizzazione sociale (ma solo se impareranno bene il mestiere di ‘acchiappanuvole’ e di progettisti educativi…), e ancora: maggiore equità anche sul piano internazionale (possibilità di operare in aree sottosviluppate o di guerra), nuove applicazioni a sostegno dell’apprendimento dei disabili o degli ammalati, minori costi, a partire da quelli dei libri di testo.

Tutto questo, ha però avvertito Pedro’, non può far ignorare che esistono grandi problemi da risolvere, ed errori da evitare, il primo dei quali è quello di considerare le tecnologie come un fine e non come un mezzo, e di concentrarsi più sull’hardware che sul software. Il problema più rilevante è però quello della qualità degli insegnanti, che va al di là della loro pur indispensabile formazione al corretto impiego delle nuove risorse tecnologiche. 

E molte ricerche, in effetti, dimostrano che la qualità dei docenti è la variabile che incide di più sui risultati che gli studenti ottengono: più del numero di allievi per classe, più dell’orario delle lezioni, e anche più della disponibilità delle più avanzate tecnologie, se non le si sa utilizzare a fini educativi. 

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