
Il Governo è ancora giovane e il ministro dell’istruzione Carrozza anche. Ma è bene che si acceleri il più possibile il percorso della digitalizzazione della scuola per creare opportunità di arricchimento innovativo e di rilancio delle politiche formative.
L’introduzione della tecnologia nei processi di insegnamento/apprendimento deve passare da una professione di fede ad obiettivi il cui perseguimento comporta scelte di politica in una fase di scarse risorse finanziarie. Le raccomandazioni OCSE spingono in questa direzione. E’ giunto il momento che il Miur superi la logica dei finanziamenti diretti che creano isole privilegiate ed orienti l’azione di gestione amministrativa alla costruzione di condizioni che contribuiscano alla realizzazione della scuola 2.0 a livello nazionale.
La scuola oggi è un sistema a troppe velocità. Troppe differenze tra i diversi contesti territoriali non solo in termini di disponibilità di tecnologie ma anche di infrastrutture. Senza infrastrutture adeguate buona parte dell’introduzione della versione digitale dei libri di testo rischia di restare “cartacea”. La disponibilità di collegamento alla rete è la condizione necessaria per sostenere l’innovazione tecnologica nelle scuole.
Non possiamo pretendere, come diceva Einstein, “che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose”. Occorre promuovere azioni perché tutte le scuole siano messe in condizione di lavorare per la scuola 2.0.
Il Miur cerchi il coinvolgimento del maggior numero possibile di imprese e miri a obiettivi di sviluppo in una visione collaborativa per il bene comune quale è il servizio d’istruzione. L’obiettivo è accelerare il processo di generalizzazione della scuola digitale, sfruttando i vantaggi di un obiettivo comune per scuola ed impresa. Solo con una strategia di questo tipo il sistema educativo del nostro paese può rimettersi in corsa per avvicinare i propri standard a quelli della media europea.
In questa visione operativa si colloca l’iniziativa Smart Future di Samsung di portare nuovi strumenti didattici nelle scuole per gli studenti di scuole primarie e secondarie dai 6 ai 16 anni. Il fine è quello di favorire la digitalizzazione dell’istruzione, con la realizzazione di classi digitali in circa 300 scuole, dotate gratuitamente di tecnologie interattive.
L’iniziativa, di durata triennale, prenderà avvio dal prossimo settembre in sette regioni italiane con l’obiettivo finale “di offrire agli studenti un’istruzione evoluta e allineata agli standard di altri paesi per cogliere nuove opportunità di lavoro alla luce del contesto più competitivo nel quale ci si trova ad operare”.
Altro aspetto significativo del progetto sociale promosso da Samsung è la previsione della installazione della rete Wi-fi adeguata in ogni aula.
Lungimirante visione o suggestivo miraggio? Noi “tifiamo” per la lungimirante visione.
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