Ritorno a scuola in presenza: i DS non ancora pienamente convinti. Il sondaggio ANDIS

L’ANDIS ha voluto accertare con un sondaggio rivolto ai dirigenti scolastici il livello di adesione alla riapertura della scuola decisa dal Governo e nello stesso tempo raccogliere proposte di interventi ritenuti indispensabili per la ripresa delle lezioni in presenza e in sicurezza.   Il sondaggio è stato somministrato nella settimana dal 26 marzo al 2 aprile ed ha ottenuto 950 compilazioni da parte di dirigenti scolastici di ogni ordine e grado.

Un primo dato da cogliere è che i dirigenti scolastici non manifestano pieno consenso alla riapertura, ma si esprimono favorevolmente sulle domande che riguardano la riapertura delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado. Quest’apparente contraddizione si spiega forse con la percezione di un rischio di contagio ancora alto nelle situazioni esterne alla scuola e nei percorsi da casa a scuola, anche in rapporto all’età degli alunni.

E certamente il dato riflette anche il clima di preoccupazione e di ansia diffuso tra famiglie e personale scolastico rispetto ai rischi connessi alla ripresa in mancanza di servizi aggiuntivi e di efficaci misure di prevenzione.

Il sondaggio fa emergere chiaramente che, per mantenere in sicurezza le attività didattiche e scongiurare chiusure a macchia di leopardo, è necessario mettere in campo alcuni interventi che possano rassicurare famiglie, alunni e personale:

  • screening periodico con tamponi agli alunni e a tutto il personale della scuola;
  • nuove modalità di comunicazione con i Dipartimenti di prevenzione;
  • affidamento alla Protezione Civile e alle organizzazioni di volontariato del controllo dei flussi di alunni all’entrata e all’uscita delle scuole e alle fermate dei mezzi pubblici, allo scopo di evitare qualsiasi forma di assembramento.

Dal sondaggio emerge ancora che per la stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici la didattica a distanza, pur con i suoi vantaggi, ha fatto registrare segni evidenti di disagio psicologico (solitudine, noia, insonnia, depressione), difficoltà di concentrazione e problemi di attenzione.

Sono stati segnalati come rilevanti (ma solo da 1/3 dei rispondenti) anche problemi di ritardo di apprendimento e di mancata acquisizione di conoscenze e competenze. A fronte di tali problematiche, tuttavia, l’ipotesi di prolungare le attività didattiche per l’intero mese di giugno non trova grande adesione tra i dirigenti scolastici. L’ANDIS ritiene, infatti, che il recupero dei contenuti di studio non possa avvenire in poche settimane, per cui propone di formalizzare l’obbligo da parte dei Consigli di classe di prevedere il recupero degli apprendimenti all’interno della programmazione didattica dell’anno scolastico 2021/22.

Considerato che il danno più rilevante prodotto dalla DAD interessa la sfera socio-affettiva dei ragazzi e che si tratta di un’emergenza grave da prendere nella dovuta considerazione con il supporto di specifiche professionalità, l’ANDIS concorda sulla necessità di implementare nella prossima estate un piano di “recupero” della socialità e della relazione, da realizzare con attività educative, sportive, ricreative affidate al terzo settore.

L’ANDIS sottopone quindi al Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, altre richieste formulate dai partecipanti al sondaggio, molte delle quali relative a criticità che da tempo richiedono attenzione ed interventi migliorativi per la funzionalità e l’efficacia del sistema scuola:

  • tener conto che la somministrazione della seconda dose di vaccino al personale docente, se ricadente nel periodo di scrutini ed esami, potrebbe complicarne il regolare svolgimento;
  • sollecitare l’emanazione di una norma che riduca il numero di alunni per classe;
  • garantire la copertura degli organici dei docenti, compresi quelli di sostegno del personale educativo, entro l’inizio del nuovo anno scolastico;
  • incrementare gli organici di dsga, assistenti amm.vi e collaboratori scolastici;
  • prevedere nel primo ciclo almeno un assistente tecnico per scuola;
  • istituzionalizzare la figura dello psicologo scolastico;
  • sollecitare l’istituzione del servizio di medicina scolastica;
  • invitare gli Enti proprietari ad avviare da subito i lavori di manutenzione e di ristrutturazione degli edifici scolastici.