Tuttoscuola: Scuola digitale

Ocse/2: dalla professione di fede ai requisiti di una politica formativa digitale innovativa

Lo studio dell’OCSE chiama in causa la scuola, e non solo quella italiana, imputandole di non  riuscire, nonostante la disponibilità della tecnologia, a dimostrare la capacità di innovarsi e avvalersene per dare a tutti gli studenti le competenze di cui hanno bisogno.

Francesco Avvisati, economista OCSE e co-autore dello studio, afferma in un’intervista: “Non si tratta solo di avere le chiavi di accesso al web, che i ragazzi italiani mostrano di avere, ma anche della capacità di navigare in modo intelligente e proficuo”. “La frattura digitale si è spostata dalla differenza di accesso all’utilizzo”. Avvisati osserva che “la scuola non aiuta ad accedere a questo mondo di sapere, a questa ricchezza, a pochi clic di distanza dai ragazzi”. A scuola, in Italia, i PC sono uno ogni 4 studenti e solo il 66,8% degli studenti italiani afferma di usarli contro il 72% della media OCSE.

L’uso delle risorse e delle infrastrutture scolastiche da parte degli studenti è un fattore importante nel determinare il livello delle loro prestazioni. Quanto più utilizzano la biblioteca, i computer, i laboratori e i collegamenti internet disponibili tanto più i risultati tendono ad essere elevati, anche a prescindere dagli altri fattori. I presidi delle scuole ritengono, nella media dei paesi dell’aerea OCSE, che i fattori più significativi e incisivi sui risultati conseguiti dagli studenti sono: gli insegnanti, per la loro influenza sull’ambiente scolastico, come sulle aspettative che nutrono nei confronti dei loro studenti; l’impegno dimostrato e il livello di soddisfazione che gli insegnanti traggono dal loro lavoro; l’autonomia scolastica.

Gli studenti ritengono che i fattori indicativi di una correlazione positiva e statisticamente significativa con i risultati da loro ottenuti sono: il rapporto tra studenti e insegnanti; la disciplina tenuta in classe; l’importanza che gli insegnanti assegnano al successo scolastico e le alte aspettative che essi hanno nei confronti dei loro studenti.

L’effetto combinato di questa serie di fattori spiega in buona percentuale (oltre il 30%) le differenze nelle prestazioni tra le scuole all’interno dello stesso Paese e oltre il 20% delle variazioni tra i vari Paesi. Questi fattori legati alla scuola, combinati con gli altri di natura socioeconomica, arrivano a spiegare il 72% delle variazioni tra scuole all’interno dello stesso Paese e il 43% delle variazioni registrate tra i vari Paesi. 

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