Tuttoscuola: Scuola digitale

Nuove Indicazioni/3: con il linguaggio dei giovani digitali

La frequenza dei termini all’interno di un testo può aiutare a capire tendenze e filosofia del suo impianto o, quanto meno, le attenzioni particolari non esplicitate.

Dalla bozza del testo delle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo, messa a confronto con il testo delle precedenti Indicazioni Moratti e Fioroni, emerge chiaramente una diversa attenzione al mondo e al linguaggio dei giovani.

I termini “internet” e “computer” erano già presenti nelle precedenti Indicazioni e sono stati confermati anche nella nuova bozza; ma il termine “digitale”, citato una o due volte nei precedenti testi, esplode con oltre venti citazioni nella nuova bozza che parla, tra l’altro, per la prima volta di social network, blog, “postare”.

L’era digitale, dunque, sembra essere entrata, almeno come richiamo di carattere generale, nelle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo, i cui destinatari indiretti sono quei nativi digitali, digital native, cresciuti con le tecnologie digitali (nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo sono potenzialmente quasi sei milioni).

Ma il messaggio “digitale” ha come primi destinatari gli insegnanti i quali in molti casi sono “immigrati digitali”, digital immigrant, cioè persone cresciute prima delle tecnologie digitali, adottate in un secondo tempo. Tra gli insegnanti vi sono anche i tardivi digitali, cresciuti senza tecnologia, guardata tutt’oggi con diffidenza.

Ai docenti immigrati o tardivi digitali il messaggio implicito suona come invito ad evitare che il linguaggio della comunicazione non diventi un ostacolo tra generazioni.

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