
Non è un quadro consolante quello tracciato dalla Società Italiana di Pediatria nella annuale indagine su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti“.Gli adolescenti italiani si sentono soli, si rifugiano nel fumo, nell’alcol e nella droga. Ogni giorno il computer nelle loro camere è acceso, connesso alla rete, ma non per fare i compiti o ricerche, perché il web è soprattutto divertimento.
L’indagine 2008 si è basata su un campione nazionale di 1.200 studenti di scuola secondaria di I grado, di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Si tratta di un’indagine a campione e come tale va considerata per la sua relatività, ma i dati sono certamente poco consolanti o, quanto meno, inducono a riflettere molto. Fra il 2007 e il 2008 i fumatori – secondo la rilevazione – sono passati dal 23,6% al 30,2%. I ragazzi che hanno raccontato nell’indagine dei pediatri di fumare cannabis sono passati dal 34,9 al 41,7% (un aumento del 19%), beve vino il 40,5 (+2%) e si è ubriacato oltre un ragazzo su 10 (+12% rispetto allo scorso anno). “Il consumo di fumo alcol e droga in età così precoce – afferma Pasquale Di Pietro, Presidente della Società Italiana di Pediatria – rappresenta una vera emergenza per affrontare la quale è necessario un intervento tempestivo e congiunto di famiglia, scuola, pediatri e Istituzioni”.
Vi è sempre più web nella vita degli adolescenti, soprattutto per le ragazze che sono le maggiori utilizzatrici della rete. E diminuiscono i consumi “colti”, come le ricerche scolastiche a vantaggio di chat e messenger. Ad entrare ogni giorno in rete è, oggi, il 42,4% degli adolescenti, mentre solo il 12% non si collega mai in Internet. Le ragioni prevalenti per le quali ci si collega in rete sono proprio: messenger (75,9%), chattare (69,9%), scaricare musica/video (76,4%) e, soprattutto, utilizzare You-tube (76,5%). Il computer è, inoltre, diventato sempre più personal, nel senso che oltre il 50% lo ha nella propria camera. Il 70% degli adolescenti ritiene che le regole imposte in casa dai genitori siano adeguate. Solo il 19,4% sostiene che siano troppe, mentre per l’11% sono addirittura poche. Una famiglia assolutamente non prescrittiva e tollerante quella descritta dagli adolescenti.
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