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L’ispettore Mario Fierli va in pensione. Forse

La storia dell’ispettore Mario Fierli, diventato in era berlingueriana direttore generale del servizio per l’automazione informatica e l’innovazione tecnologica, è quanto meno singolare. L’ispettore, assai noto per la sua competenza specifica in campo informatico (è stato per molto tempo il primo e unico ispettore italiano specializzato nel settore), e regista di tutte le più importanti iniziative sul tema realizzate dal Ministero negli ultimi anni, aveva deciso già da qualche mese di andare in pensione, ed aveva presentato perciò le sue dimissioni. Forse anche – si dice – per prevenire una sua probabile sostituzione: troppo stretto e noto era stato il suo rapporto con Berlinguer e De Mauro, anche se altrettanto noto tra gli addetti ai lavori era (ed è) il suo carattere orgoglioso, la sua autonomia di pensiero.
Ma non ha ottenuto risposta formale. Così, per mesi, egli ha continuato ad esercitare le funzioni di direttore del servizio, pur vedendosi sempre più spesso scavalcato dal giovane e iperattivo consigliere per l’innovazione tecnologica del ministro Moratti, l’ing. Alessandro Musumeci. Questi ha finito per operare come una specie di direttore-ombra, creando qualche imbarazzo sia all’interno che all’esterno del Ministero, visto che formalmente egli non ricopriva alcun incarico, salvo quello di consigliere. Fierli, qualche giorno fa, ha reiterato le sue dimissioni dal servizio, ma ha specificato che fino a quando esse non saranno state accettate, egli continuerà ad esercitare le sue funzioni. A questo punto la vicenda dovrebbe concludersi. Ma il condizionale è d’obbligo, visto che si sarebbe potuta concludere già da tempo.

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