Tuttoscuola: Scuola digitale

Libri digitali dal 2014. Chi spinge e chi frena

In Europa l’uso dei testi digitali è quasi ovunque in crescita, ma non esistono in genere vincoli formali sulle scelte dei docenti, che sono liberi di decidere se e quali testi adottare, digitali o non. A ben vedere, peraltro, nemmeno in Italia esiste tale obbligo: è vero che i docenti saranno “tenuti” a effettuate le adozioni per il 2014-2015 nel rispetto di quanto stabilisce il decreto, ma essi saranno liberi di scegliere non solo tra case editrici diverse ma anche tra diverse tipologie di formati misti, e però anche di optare, avvalendosi delle norme sull’autonomia didattica e organizzativa, per strumenti e sussidi didattici alternativi, o di autoprodurre tali strumenti e sussidi, come sta avvenendo in alcune scuole.

Il caso più noto è quello dell’istituto “E. Maiorana” di Brindisi, capofila del progetto ‘Book in Progress’ che produce testi in vari formati preparati per quasi tutte le materie del biennio iniziale dell’istituto tecnico e del liceo da circa 800 docenti di varie scuole che fanno capo alla rete nazionale. Altre esperienze e iniziative sono in corso. Insomma le scuole spingono.

Chi frena è invece l’Aie, Associazione italiana  editori, che ha duramente contestato il provvedimento, definito “dannoso e inapplicabile” perché non tiene conto della “insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, WiFi, dotazioni tecnologiche…), sopravaluta i risparmi per le famiglie (fino al 30% per il Ministero) e sottovaluta invece le “possibili ricadute sulla salute di bambini e adolescenti esposti a un uso massiccio di devices tecnologici”.

Il ministro Profumo si schiera apertamente con chi spinge sull’acceleratore. “Pensare che tutto debba essere messo a disposizione dalla scuola è utopia”, ha detto qualche giorno fa, “serve invece un lavoro di squadra. Insomma se uno studente ha un tablet lo porti pure a scuola, come fosse un libro, e lo usi per studiare”.

La questione più urgente e importante, per evitare improvvisazioni o conflitti tra docenti ‘vetero’ e studenti ipertecnologici, sembra ancora una volta essere quella della formazione dei docenti: per le competenze tecnologiche, certo, ma anche per quelle organizzative, didattiche, valutative.

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