Tuttoscuola: Scuola digitale

L’ex-ministro Berlinguer: Siamo indietro perché incapaci di sfruttare le tecnologie

L’eurodeputato del Pd, Luigi Berlinguer, ex-ministro della Pubblica Istruzione, fa una cruda disamina dei livelli (bassi) di competenza dei nostri studenti e indica un percorso alternativo per uscire da una situazione preoccupante e poter aspirare ad un posto in Europa e vincere la sfida per lo sviluppo. Ne parla su “Il messaggero”.

La nostra scuola – dice Berlinguer – modellata su un impianto che risale al primo Novecento – aula, cattedra, banchi – è oggi totalmente estranea ai bisogni culturali dei giovani.

Non sviluppa le capacità di apprendimento una scuola incapace di sfruttare le nuove tecnologie, non compete con il boom dell’audio-visual, con gli sms, con tutti quegli stimoli che bombardano i giovani. Una scuola modellata su un impianto vecchio non accresce la capacità di studio e di comprensione e non raggiungerà mai gli obiettivi di Lisbona“.

Occorre che la scuola italiana abbandoni definitivamente la “trasmissività” del sapere dalla cattedra ai banchi. Quali sono le proposte per il futuro?

I sistemi educativi devono combinare lo sviluppo delle conoscenze e delle abilità specifiche, insieme alla creatività, alla curiosità, all’intuizione, al pensiero critico, al problem solving, alla sperimentazione, all’assunzione dei rischi, all’abilità di apprendere dai fallimenti, all’uso dell’immaginazione al ragionamento per ipotesi, fino al senso di imprenditorialità. In una parola: bisogna passare dall’insegnamento strutturato cattedra-alunno-compiti a forme nuove, utilizzando pratiche “student oriented” con lavoro in piccoli gruppi, autovalutazione degli studenti e loro partecipazione alla pianificazione“.

Oggi il web è il nuovo Gutenberg. Google – precisa l’ex-ministro – sta concludendo accordi con gli editori per riversare nella Rete milioni di volumi. Per la prima volta, al contrario della stampa, della televisione, della radio, della scuola “trasmissiva”, chi legge ha la possibilità di dialogare e commentare. Ma la nostra scuola non sfrutta nemmeno lontanamente questo patrimonio. Se non si cambia la sfida è persa. La perdono quei ragazzi e quelle ragazze che, nella scuola che sa solo trasmettere saperi, vengono bocciati e aumentano le fila dei “dispersi”.

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