Il ministro Profumo ha impresso un’accelerazione al progetto di digitalizzare la scuola, prevedendo l’immediato abbandono della documentazione cartacea per registri dei docenti, libretti e pagelle degli alunni, iscrizioni scolastiche.

Contemporaneamente ha previsto di dotare di PC le oltre 24 mila classi della scuola secondaria di I e II grado (spesa 24,3 milioni) e di assegnare a ciascun insegnante di quattro regioni del Sud un tablet (31,8 milioni attinti dai fondi europei).

Si dà così impulso all’innovazione tecnologica per la quale negli ultimi anni sono già stati investiti, secondo quanto ha ricordato il ministro, 250 milioni di euro.

Ora ci si aspettano dei risparmi. Per la smaterializzazione dei documenti scolastici (pagelle, libretti, registri), che dovrebbe entrare in vigore subito, il ministro ha parlato di un risparmio di circa 30 milioni.

L’acquisto di quel materiale in forma cartacea oggi è a carico delle scuole, che da sempre si riforniscono da aziende specializzate del settore; il fatto è che i costi che per questo anno scolastico sono già stati caricati sui bilanci delle istituzioni scolastiche, che hanno provveduto per tempo agli acquisti (quel materiale deve essere disponibile già dal primo giorno di scuola!).

Sembra proprio che per quest’anno, dunque, l’operazione non possa concretamente attuarsi; in vista dell’applicazione effettiva dal prossimo anno, gli insegnanti dovranno aggiornarsi nell’uso dello strumento digitale. E non sarà cosa semplice. C’è da aspettarsi qualche reazione sindacale.

C’è, comunque, un’altra preoccupazione che si sta facendo strada tra gli operatori scolastici e che riguarda l’ipotizzato risparmio di 30 milioni di cui ha parlato Profumo. È proprio quella quantificazione di riduzione della spesa che insospettisce. Sarà un risparmio nel bilancio del Miur?

Si calcola forse di ridurre di 30 milioni i contributi ministeriali alle scuole, visto che avranno complessivamente una corrispondente minor spesa per la digitalizzazione della documentazione?