Tuttoscuola: Scuola digitale

La lezione di Neil Postman

Neil Postman, il noto studioso americano dei media scomparso pochi giorni fa all’età di 72 anni, aveva cominciato a conoscere il mondo della scuola, e soprattutto il mondo dell’infanzia, facendo il maestro nella scuola elementare. Aveva poi iniziato una intensa attività accademica, durata oltre quaranta anni, senza mai dimenticare quella sua prima esperienza, la ricchezza del rapporto umano, dell’interazione che si stabilisce tra allievo e maestro.
Per questo guardava con sospetto all’invadenza dei nuovi media: della TV, ma anche del computer, percepiti come causa di isolamento, di segregazione sociale e di massificazione del pensiero. Nel suo libro più famoso, “La scomparsa dell’infanzia” (1981, tradotto in Italia da Armando), Postman ha descritto il processo di trasformazione precoce dei bambini in “piccoli adulti”, dovuto alla loro esposizione, fin dai primi anni di vita, allo stesso tipo di informazioni riservate agli adulti, per il tramite del sistema di comunicazione di massa: TV, pubblicità, modelli, mode, comportamenti. L’avvento dei videogiochi e di Internet non ha fatto che rendere ancora più simili i bambini adultizzati e gli adulti, mantenuti a loro volta in una condizione di maturità mai pienamente raggiunta dalla pressione nuovista del sistema economico e comunicazionale.
Solo la scuola, secondo Postman, potrebbe rimediare a questa situazione, ma a condizione di riscoprire la sua autentica finalità: quella di far incontrare persone, sentimenti, pensieri. Quanto ai nuovi media, occorre educare “alle tecnologie“, e non “con le tecnologie“, che altrimenti finirebbero per prendere il sopravvento sui contenuti, come profetizzato da Marshall MacLuhan. Fondamentale, secondo Postman, restano comunque la lettura e la salda padronanza della lingua materna, ancor più e ancor prima delle lingue straniere e dei nuovi linguaggi informatici. Una tesi, questa, che sarebbe sbagliato considerare passatista, antimoderna: l’autonomia del soggetto, il pensiero critico, la capacità di “leggere” i media senza farsene dominare, sono naturalmente orientati al futuro.

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