Tuttoscuola: Scuola digitale

Il web è compatibile con il tradizionale diritto d’autore?

La scorsa settimana una unità speciale della Guardia di finanza, intervenuta sulla scorta di appositi provvedimenti cautelari emessi dal Tribunale di Roma, ha interrotto l’attività di 13 siti internet che consentivano illecitamente di consultare e scaricare riviste e quotidiani, talvolta addirittura in concomitanza con la loro distribuzione nelle edicole, in violazione del diritto d’autore.

Questi siti web, peraltro tutti allocati su server esteri, avevano milioni di contatti e utilizzavano i contenuti, indebitamente ottenuti, creando maxi edicole digitali, dalla cui visione acquisivano illeciti ingenti guadagni sfruttando i sistemi pubblicitari cosiddetti “pay per click”, ovvero attraverso banner e pop-up, come fa sapere un comunicato della GdF.

In questo caso si trattava di un’attività evidentemente fraudolenta, denunciata dalla Federazione italiana editori giornali (FIEG), il cui presidente Guido Anselmi ha definito l’operazione portata a termine dalla GdF “un segnale importante di sensibilità e di impegno concreto nell’attività di tutela dei diritti d’autore. Solo una efficace protezione del contenuto editoriale e l’applicazione di regole chiare, in condizioni di effettiva concorrenza, possono garantire la sopravvivenza di una informazione libera e di qualità”.

La questione ha però una portata più ampia che, al di là di quotidiani e periodici, investe tutta la carta stampata, i libri in generale (tranne quelli per i quali sono scaduti i diritti d’autore) e i libri di testo. E’ giusto, naturalmente, che il lavoro di chi scrive testi (o canzoni, o fa film o foto ecc.) sia compensato come qualunque altro lavoro. C’è da chiedersi però, in tempi di web, e-book, condivisione, dematerializzazione, se non ci sia una contraddizione tra la logica ‘pesante’ dei testi stampati (carta, tipografie, librerie, stoccaggio e distribuzione dei volumi ecc.), che implica un utilizzatore finale (e acquirente) singolo e quella ‘leggera’ degli stessi testi trasferiti sul web, che soprattutto nel caso dei libri di testo implicano utilizzatori finali (e acquirenti, che potrebbero essere le scuole) collettivi.

Una materia che va regolamentata perché non è pensabile che una scuola che acquista i testi online e poi li mette in rete, a disposizione di centinaia di studenti, poi paghi i diritti d’autore “pieni” in rapporto al numero di studenti che li utilizzano. Meglio cercare soluzioni che tengano conto del formidabile abbattimento dei costi che i testi online comportano, e del fatto che un numero crescente di insegnanti è in grado ormai di autoprodurre testi online, anche se l’intermediazione delle case editrici è e resterà fondamentale.

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