Tuttoscuola: Scuola digitale

Il diritto contrattuale di non aggiornarsi

Nel decreto legge 104/13, “L’istruzione riparte”, l’ex ministro Carrozza aveva fatto inserire una norma in controtendenza, l’obbligo dei docenti di formarsi e aggiornarsi. Alcuni sindacati avevano contestato il merito (l’aggiornamento per contratto è un diritto, non un dovere) e il metodo (le norme sui docenti non si definiscono o modificano per legge, ma per contratto). Alcuni singoli deputati della maggioranza si erano esposti per abrogare quell’obbligo in sede di conversione in legge del decreto.

Sappiamo come è andata: l’obbligo non solo è stato confermato, ma, addirittura, è stato ampliato a varie materie.

Il mondo sindacale, questa volta, è rimasto in silenzio, forse per due ragioni: la probabile impopolarità della difesa del diritto dei docenti se aggiornarsi o meno; la convinzione che quella norma sull’obbligo di aggiornarsi sarebbe rimasta a livello di proclama, di grida. Sta al Ministero dell’istruzione, e al governo in generale, far sì che la legge sia applicata. E al Parlamento verificare che ciò avvenga e nel caso intervenire.

Per ora tutto come prima, come succede ormai da almeno 15 anni, da quando il contratto di lavoro ha trasformato la norma di stato giuridico dell’aggiornamento come diritto-dovere in norma contrattuale di semplice diritto.

La cultura di questo “diritto” sembra ormai radicata nel DNA professionale dei docenti italiani; una cultura difficile da sradicare, invertendo decisamente la marcia.

Un recente episodio (uno dei tanti) in materia di aggiornamento per docenti del I ciclo d’istruzione, accaduto a Roma, è emblematico di questa strana cultura.

La Regione Lazio propone ad una ventina di scuole della capitale un breve ciclo di lezioni tecnico-didattiche sull’uso delle LIM, le lavagne interattive multimediali. Mette a disposizione fior di esperti. Le lezioni sono riservate ad un paio di docenti per scuola, per un massimo di una cinquantina di docenti.

Su 50 docenti attesi erano presenti in 5. Lezioni molto ben condotte per un’aula quasi vuota. Che peccato, che spreco (pensiamo pure alle aule riempite di LIM, a volte inutilizzate, spesso sottoutilizzate perché i docenti non ne conoscono tutte le potenzialità). L’aggiornamento è un’opportunità, prima ancora che un dovere, grave non coglierla da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici ai quali era stata proposta.

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