Alunni plusdotati e la scuola: la storia di Nina, 10 anni, che corregge la maestra

Nina ha 10 anni, vive a Roma, ha concluso la prima media, conosce molto bene l’inglese e ha un quoziente intellettivo di 145 (Einstein aveva 160). E’ una bambina gifted, un’alunna plusdotata. A tre anni sapeva leggere, a quattro aveva letto quasi tutti i libri di Geronimo Stilton e vocabolari ed enciclopedie sono i suoi compagni nel tempo libero. Quella di Nina è una vita dura perché a scuola non riceve nessun tipo di aiuto e per i compagni è un'”asociale“.

Quando ha cominciato la scuola primaria, a sei anni, la maestra la rimproverava perché, anche se sapeva leggere benissimo, scriveva in modo disordinato e non nel rigo. E poi il disegno della papera colorata di fucsia anziché di giallo era da strappare. Nina veniva rimproverata e punita in classe perché, mentre la maestra spiegava, lei leggeva un libro, interveniva in continuazione, correggeva la maestra sul congiuntivo sbagliato e l’aiutava a mettere in ordine la consecutio temporum dei verbi. Per la maestra era un’alunna selvaggia, maleducata e senza regole. In realtà, era incompresa.

Proprio per venire incontro alle esigenze dei piccoli geni come Nina, il 14 marzo scorso è iniziato in commissione Cultura al Senato l’iter del disegno di legge volto ad introdurre disposizioni a tutela degli alunni con alto potenziale cogni­tivo (gifted o plusdotati), prevedendo percorsi scolastici adeguati, tema di particolare importanza, tenuto conto che si stima che questi studenti siano circa il 5% della popolazione scolastica.  Il ddl prevede interventi strutturati finalizzati all’inclusione scolastica degli alunni con alto potenziale cognitivo, per permettere il migliore sviluppo delle loro potenzialità. Viene inoltre prevista una sperimentazione triennale che, nel primo anno, prevede un’attività di formazione rivolta ai docenti-tutor per l’acquisizione di specifiche competenze utili a:

– Riconoscere gli alunni con alto potenziale cognitivo.
– Valorizzare questi alunni attraverso la definizione di buone pratiche, metodi, tecniche e strategie didattiche che ne favoriscano l’inclusione.

Nel biennio successivo, viene quindi prevista la selezione e l’attivazione dei progetti presentati dalle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione interessate a partecipare alla sperimentazione. Il tutto sarà monitorato dal Ministero dell’Istruzione, tramite un Comitato tecnico-scientifico appositamente istituito. Alla fine del triennio, il Ministero presenterà alle Camere una relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti, a partire dalla mappatura degli alunni plusdotati che frequentano le classi italiane.

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