Deleghe Buona Scuola: il loro destino in mano alla Fedeli

Le deleghe previste dalla legge 107/15 sono a rischio di decadenza. Il termine ultimo fissato dalla legge per la loro approvazione è per metà gennaio 2017 e si teme che i tempi siano troppo stretti.

Il ministro Fedeli ha la responsabilità di decidere vita o morte delle nove norme delegate, i cui testi sono pressoché definiti e pronti per il consueto passaggio consultivo. In molti casi sono costati mesi e mesi di lavoro da parte degli esperti, di modifiche e di confronti.

Lasciandoli andare al loro destino, cioè ad una prossima legislatura, non significa soltanto vanificare il lavoro degli esperti, ma con ogni probabilità non vederli mai realizzati. Forse un’occasione persa e irripetibile, nonché una significativa parte della Buona Scuola che se ne andrebbe in fumo. Cosa potrebbe fare il ministro per salvare le deleghe e questa parte di riforme della Buona Scuola?

Innanzitutto guadagnare tempo per evitare la ghigliottina di metà gennaio. Una prima opzione potrebbe essere quella di sollecitare il suo premier Gentiloni ad attivare un decreto legge di milleproroghe in cui inserire anche quella (di almeno tre-quattro mesi) per l’approvazione delle deleghe.

E poi ancora: dovrebbe prevedere, contestualmente, la correzione del passaggio normativo che prevede il semplice parere della Conferenza unificata, disponendo, invece, la previsione dell’intesa con le Regioni (come ha previsto la Consulta per i decreti di attuazione della legge Madia), per evitare di incorrere nella incostituzionalità di taluni decreti delegati.

Se un decreto legge tipo ‘milleproroghe non fosse possibile, la Fedeli dovrebbe intervenire sulle Commissioni parlamentari, esortandole ad esprimere comunque e anche tardivamente il parere richiesto, in quanto il comma 182 della legge 107 prevede che Se il termine previsto per l’espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari scade nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine per l’esercizio della delega previsto al comma 180, o successivamente, quest’ultimo è prorogato di novanta giorni.

 Oggi siamo proprio in quella condizione temporale. Se il parere verrà espresso in questo lasso di tempo, scatterebbe automaticamente una proroga di 90 giorni e i decreti potrebbero essere varati entro metà aprile 2017 con un Governo nei suoi pieni poteri, prima delle elezioni. La Fedeli ha in mano il destino delle deleghe.