La scorsa settimana il ministro Carrozza ha firmato il decreto ministeriale che definisce tempi e modi del passaggio dalla carta all’e-book.

Non sarà un passaggio brusco. Anzi. Se ne parlerà in realtà solo a partire dal prossimo anno scolastico 2014-2015, quando cambieranno anche i tetti di spesa per i testi in modo da consentire  un risparmio immediato del 10% per le famiglie degli alunni che frequenteranno le classi prime della secondaria di primo grado e le prime e le terze della secondaria di secondo grado (ma se i testi adottati saranno tutti in formato digitale il risparmio salirà al 30%).

Nelle linee guida sul libro del futuro, allegate al decreto, si definiscono le caratteristiche dei testi digitali, che dovranno essere realizzati con software aperti e interoperabili, cioè fruibili su tutti i supporti digitali (tablet, pc, lavagne interattive di produttori diversi), per lasciare la massima libertà nell’acquisto a famiglie e insegnanti, ma che dovranno continuare a essere conformi alle indicazioni nazionali (piani di studio).

Il decreto prevede che gli studenti possano scaricare gratuitamente dal sito dell’editore i software specifici necessari per l’utilizzo degli e-book o dei contenuti digitali dei libri in formato misto. Nel caso di testi misti il provvedimento stabilisce che la parte cartacea sia prodotta utilizzando materie prime di costo contenuto e facendo attenzione al peso complessivo del libro: meglio i fascicoli separati rispetto ai libri con molte pagine, ma a prezzo di copertina invariato.

L’allegato al DM (che è parte integrante del decreto) contiene anche una lista di ‘criteri pedagogici generali’, taluni di mero buon senso, altri talmente generali da essere generici (esempio: ‘garantire una formazione di dimensione europea’. E si conclude con una indicazione quanto meno ambigua: “Non prevedere riferimenti a messaggi di tipo pubblicitario, soprattutto se ingannevoli o occulti”: significa che quelli veritieri (quali sono?) ed espliciti sono ammessi?