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Computer a manovella: e perché non anche in Italia?

Con l’attuale cambio, che vede l’euro in forte vantaggio sul dollaro, i computer portatili funzionanti a manovella progettati da Nicholas Negroponte, del Massachusetts Institute of Technology (Mit), costerebbero all’incirca tra 80 e 120 euro, l’equivalente dei 100-150 dollari previsti negli USA.

Il progetto, ideato per venire incontro soprattutto alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo, diventerà operativo nel momento in cui saranno stati raggiunti ordini per almeno 5 milioni di esemplari (attualmente le prenotazioni hanno raggiunto i tre milioni).

L’obiettivo sembrerebbe a portata di mano anche per l’impegno di importanti istituzioni bancarie e del volontariato come l’organizzazione non profit “One Laptop Per Child” (Un portatile per ciascun bambino), che si è impegnata a fornire oltre un milione di esemplari del computer a tutti gli studenti della Libia. Altri importanti Paesi, tra i quali il Brasile, l’Argentina, la Thailandia e il Niger sono in lista d’attesa.
Il prodotto sembra interessante, perché consente impieghi flessibili, essendo utilizzabile anche come libro elettronico e come consolle per giochi elettronici. Non ne sappiamo ancora abbastanza, e negli USA c’è chi punta, come Bill Gates (Microsoft), su altre soluzioni tecniche.
Però il prezzo assai contenuto di questo computer (ci sono dizionari che costano di più) ci fa chiedere se non sarebbe il caso di studiarne qualche forma di diffusione anche in l’Italia, o di prevederne l’adozione in classe, come se fosse un normale libro di testo.

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