Tuttoscuola: Scuola digitale

Boldrini/1: una nuova scuola per un’Italia competitiva

Bisogna ricominciare dalla scuola, perché la scuola è il futuro e le scuole all’avanguardia vanno valorizzate”. Parte così la visita della Presidente della Camera Laura Boldrini all’Istituto “Savoia Benincasa” di Ancona. Una scuola 2.0 – come ha raccontato Tuttoscuola già due anni fa nell’ambito dell’inchiesta sulla scuola digitale – diventata tale non grazie a finanziamenti del Miur ma ai contributi volontari delle famiglie, pronte ad investire in innovazione tecnologica per i loro figli se si propone un progetto coerente e organico.

Una visita molto particolare, quella della presidente della Camera Boldrini, seduta fra i banchi in mezzo agli allievi. Ha assistito ad uno dei percorsi didattici innovativi attivati nella scuola, prima a lezione di cinese, con una classe seconda di Liceo Linguistico, dove ha potuto apprezzare il metodo esperienziale per l’insegnamento della lingua che viene praticato: studenti divisi in gruppi di lavoro, simulazioni di situazioni comunicative e molta interculturalità. Poi ha provato di persona l’Aula 3.0, utilizzata per l’occasione per una simulazione di lezione in apprendimento collaborativo sulla satira e i suoi limiti, a cui è seguito un “debate” in inglese sul tema “Satire must have restrictions”.

Gli studenti hanno preso spunto dai tragici fatti di Charlie Hebdo per riflettere criticamente sulla satira, le sue origini e la liceità di prendere a bersaglio argomenti religiosi. La Boldrini è rimasta colpita dal tipo di percorso didattico seguito, in cui gli studenti hanno fatto ricerca attiva, espresso un punto di vista critico e infine, nel debate, sostenuto in Inglese, due punti di vista opposti sull’argomento. “Erano così abili e così attenti alle argomentazioni che mi sono trovata in difficoltà nel decidere quale dei due gruppi avesse ragione!

E’ poi passata in aula di fisica, dove si stava svolgendo una lezione particolare sugli urti, secondo il metodo TEAL (Technology Enabled Active Learning) del MIT di Boston: gli studenti lavoravano su un piccolo biliardo, fotografavano scatti successivi, riproducevano le dinamiche dell’urto in video e ricavavano la legge. Poi risolvevano problemi in gruppo e rispondevano a quesiti.

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