
Al Forum della PA si è discusso oggi di editoria digitale, prendendo lo spunto dall’articolo 15 della legge 133 che prevede, dal 2011, l’obbligo per il corpo docente di adottare anche libri in formato digitale.
Su questo tema è intervenuto Giovanni Biondi, capo dipartimento per la programmazione del Ministero dell’istruzione, e già a lungo direttore dell’INDIRE (ora ANSAS), che ha illustrato la linea che il MIUR ha assunto negli incontri in corso con gli editori. “Per poter fare un passo avanti“, ha detto Biondi,”gli studenti devono diventare protagonisti della didattica. Dobbiamo uscire da un concetto di scuola progettato per una società che oggi non esiste più”.
E’ vero, ha riconosciuto Biondi, che la legge n. 133 nasce dall’esigenza di contenere le spese, e che anche la misura riguardante i libri di testo online obbedisce a questa logica, ma si tratta di una “opportunità che non dobbiamo farci sfuggire” perché può mettere a disposizione degli studenti un ambiente di apprendimento molto più ricco e flessibile di quello tradizionale.
Il “valore aggiunto” del digitale sta proprio nella facilità con la quale gli studenti possono costruire e verificare delle ipotesi operando come protagonisti del processo di apprendimento, con un ruolo dunque molto più attivo di quello ad essi riservato dalla didattica tradizionale.
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