Tuttoscuola: Scuola digitale

Aumenta per numero e durata la presenza degli adolescenti su Internet

Parallelamente, si registra anche una crescita del cyberbullismo

Tra gli adolescenti italiani, Facebook e gli smartphone sono ormai ‘fenomeni di massa’. Sono infatti 8 su 10 i tredicenni che hanno il profilo su Facebook (un anno fa erano il 10% in meno). E se per l’Autorità per le Tlc ormai il 30% dei telefonini italiani va su internet, molti sono in tasca agli adolescenti: il 65% del campione ne possiede uno. Il fenomeno emerge dall’indagine ‘Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti’ della Società Italiana di Pediatria, che avverte come in città i comportamenti a rischio siano maggiori. Dall’indagine emerge, inoltre, che i ragazzi sono un popolo di ‘sonnambuli’: oltre il 50% va a letto dopo le 23, anche se il giorno successivo c’è scuola, trascorrendo queste ore davanti alla TV o navigando in Internet.

Così, se a collegarsi alla rete per più di 3 ore al giorno è il 17% (media nazionale), nelle grandi città la media sale al 25,4%. E se ad avere il profilo Facebook è l’80%, nelle grandi città si supera l’85%. Nell’ambito della navigazione in rete, inoltre, i comportamenti potenzialmente pericolosi sono praticati maggiormente proprio dagli adolescenti che vivono nelle aree metropolitane. Così, ad esempio, il 5,3% degli adolescenti dichiara di aver ricevuto, e aderito, a proposte di sesso via internet da parte di uno sconosciuto, ma la percentuale sale al 5,8% tra i giovanissimi che vivono in grandi città. Allo stesso modo, il 7,5% dichiara di aver pubblicato in rete una propria foto provocante, ma il dato arriva al 18,5% tra gli adolescenti delle metropoli. Il sesso, tuttavia, non sembra essere una priorità.

Anche relativamente al fumo di sigarette si fa sentire l’effetto ‘area metropolitana’: chi dichiara di fumare passa dal 32% (media nazionale) al 37,2. Inoltre, si registra l’incubo ‘linea’: un terzo delle ragazze intervistate ha già fatto una dieta e la tendenza ‘contagia’ anche i maschi.

L’indagine apre uno spaccato anche sul bullismo, che risulta in calo fra le mura scolastiche, ma in crescita sul web. A dichiarare di aver assistito (qualche volta o spesso) ad atti di bullismo infatti è il 54% del campione. Un dato assoluto certamente non basso, ma significativamente minore rispetto al 61,5% registrato lo scorso anno e – soprattutto – rispetto al 75% del 2008.

Quasi dimezzate dallo scorso anno sia la percentuale di chi pensa che un ragazzo o una ragazza prepotenti siano in gamba (dal 4,5 al 2,4%) sia quella di chi considera una spia chi riferisce gli episodi subiti (dal 10,5 al 5,1%).

Accanto a questi dati complessivamente confortanti c’è però una realtà ‘sommersa’ costituita dal cyberbullismo, ovvero persecuzioni, offese e molestie, perpetrate in rete, soprattutto attraverso i social network. Lo registra già il 43% degli adolescenti, percentuale che sale (ovviamente) al 62% tra i grandi utilizzatori della rete.

Il bullismo elettronico permette un maggiore anonimato del bullismo diretto o di quello indiretto di tipo sociale, anonimato che può far diminuire il senso di responsabilità da parte di chi agisce, permettendo l’azione prevaricante anche da parte di soggetti che nella conflittualità sociale diretta non troverebbero la forza di agire“, commenta Luca Bernardo, Consigliere nazionale Sip e esperto di disagio giovanile.

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