Tuttoscuola: Scuola digitale

Allarme di Boldrini per uso irresponsabile del Web da parte dei ragazzi

Il tema che trattate oggi e che avete trattato nel corso delle 41 tappe che avete toccato in questi mesi, mi sta particolarmente a cuore: l`uso responsabile e consapevole del web. Ritengo che sia di fondamentale importanza che di questo tema si parli e che se ne parli con voi ragazzi“. Lo scrive il presidente della Camera, Laura Boldrini, nel messaggio inviato in occasione della cerimonia di chiusura della campagna di sensibilizzazione “Una vita da social” organizzata dalla Polizia di Stato al Teatro Brancaccio di Roma.

La terza carica dello Stato ha ringraziato “per l`attenzione dimostrata dalla Polizia di Stato che ha organizzato la campagna in collaborazione con il ministero della Pubblica Istruzione. E ringrazio in particolare la polizia postale per l`attività e l`impegno, nonostante la scarsità di risorse“.

Mi hanno molto colpito – afferma Boldrini – i dati che emergono dalla vostra ricerca sul rapporto tra giovani e social network: un ragazzo su tre risulta sempre connesso, uno su quattro ha incontrato un persona conosciuta sul web e, sempre uno su quattro, e questo è il dato più allarmante, ha denigrato qualcuno condividendo contenuti imbarazzanti su di lui. Uno su quattro, insomma, è quello che in gergo si definisce un cyber bullo“.

Sono dati – osserva la presidente della Camera – che devono far riflettere voi ragazzi, così come noi adulti. Soprattutto se confrontati con quanto è emerso in un`altra recente ricerca, condotta da Ipsos per Save the Children, dalla quale risulta che il cyber bullismo è tra i pericoli che più spaventa gli adolescenti italiani. Ciò non può lasciare indifferenti, ecco perché ritengo che la politica abbia non solo il diritto ma anche il dovere di adoperarsi per un uso responsabile del web, un uso che rispetti anche i giovani e i giovanissimi che frequentano la rete. Un uso che riporti internet e i social network alla loro funzione originaria: essere cioè uno straordinario strumento di emancipazione, crescita culturale e comunicazione“.

Si possono scegliere – sottolinea Boldrini – diverse vie per ottenere questo scopo. Si può immaginare una nuova legge, così come un`autoregolamentazione che faccia partecipare anche gli operatori che forniscono i servizi in rete. O, ancora si può mettere in campo, come sta facendo la Polizia con quest`iniziativa con questa iniziativa, un`azione di coinvolgimento delle scuole e delle famiglie. Sarà un lavoro lungo ma è un lavoro che dobbiamo fare, dobbiamo educarci tutti, giovani e meno giovani, alla nuova cittadinanza digitale. Dobbiamo capire che in rete abbiamo diritti, ma anche doveri, compreso il rispetto dell`altro. E ricordarlo non vuol dire affatto ‘imbavagliare’ la rete. Al contrario vuol dire difenderla dagli abusi, dagli usi non propri che qualcuno vuole farne. Insomma è necessario difendere la libertà di vivere la rete come un luogo di scambio e anche di amicizia, senza temere di finire in un incubo“.

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