
“La rete rischia di compromettere l’apprendimento per le nuove generazioni” si legge, tra l’altro, nell’articolo di Antonella Guerrera apparso il 13 Ottobre scorso su la Repubblica. Una sottolineatura si direbbe quasi catastrofista sui rischi della rete per l’apprendimento. L’ennesima previsione esageratamente pessimistica dei simpatizzanti di Nicholas Carr, secondo il quale Internet ci renderebbe proprio stupidi. Le critiche si focalizzano sul fatto che stiamo perdendo, a causa dei nuovi strumenti tecnologici, attitudini e capacità ad apprendere. La rete e i supporti digitali sono visti come strade pericolose, elementi facilitatori della distrazione.
La risposta a queste tesi è già stata fornita da Weinberger che rispondendo a Carr paragonava la rete ad una stanza intelligente. Anche Paolo Ferri su Agenda Digitale, solo qualche giorno prima della pubblicazione dell’articolo aveva puntualmente argomentato sulla visione degli apocalittici, affermando coraggiosamente come il “panico morale” da questi diffuso è molto spesso non neutrale ma strettamente legato ad interessi di parte dei gruppi editoriali.
“Quando si parla di innovazione tecnologica – sottolinea Alfonso Rubinacci, coordinatore del comitato scientifico di Tuttoscuola – molti temono che si tratti di qualcosa di astratto, oppure di Internet si vedono soprattutto i problemi che ci sono. Ma Internet è un gioco, come recita lo slogan della Ludoteca del Registro.it, un progetto promosso dal Cnr con l’obiettivo di diffondere l’uso consapevole e sicuro di internet tra i bambini delle scuole primarie e medie”.
La soluzione, perciò, non è distruggere le macchine e inibirne l’uso, facendo della scuola, come auspica Casati, un luogo “protetto” dal digitale, in cui lo zapping sia “vietato per definizione”, ma al contrario – come dice Riccardo Luna – la scuola digitale “non vuol dire portare i tablet in classe. Vuol dire smontare le classi e farle diventare laboratori dove si impara facendo e dove si vince sbagliando” (Dlui.la Repubblica novembre 2014).
Chiosa Alessandra Rucci, dirigente scolastica dell’istituto “Savoia-Benincasa” di Ancona: “La galassia Internet ha bisogno di una nuova educazione, non di luddismo”.
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