
Il 29 Maggio presso la sala delle Polene al Museo della Scienza e Tecnologia di Milano 326 istituzioni scolastiche statali, paritarie e IFP, coinvolte nel progetto Scuola Lombardia Digitale presenteranno i risultati del lavoro che hanno svolto sui cinque temi dell’Expo.
47 consigli di classe di istituti diversi della Regione hanno lavorato nel secondo semestre del corrente anno progettando insieme come se fossero 9 consigli di classe, incontrandosi non solo fisicamente ma anche e soprattutto nel cloud, co-progettando e collaborando nell’immaterialità, formando nuove comunità di apprendimento. Un evento in cui si evidenzieranno, in un dibattito aperto, tutte le positività e le criticità che tale progetto ha messo in luce, per poter dare indicazioni concrete alla scuola digitale italiana. E’ importante esaminare criticamente le indicazioni offerte dall’esperienza al fine di favorire – sottolinea il Direttore generale Francesco De Sanctis – “un potenziamento anche dell’offerta di formazione in servizio dei docenti che sono chiamati a far fronte alle trasformazioni tecnologiche che richiedono il superamento delle tradizionali modalità educative” Il progetto si è avvalso della dotazione tecnologica in possesso delle istituzioni scolastiche destinatarie dei due bandi di concorso “Generazione Web”, promossi dall’assessore regionale all’istruzione della Lombardia Valentina Aprea. “Con il progetto – spiega a Tuttoscuola la professoressa Dianora Bardi, responsabile scientifica del progetto, autrice del testo ebook “ La classe scomposta” scaricabile gratuitamente all’indirizzo http://www.imparadigitale.it/formazione-2/gli-ebook-sul-metodo-bardi-imparadigitale/– abbiamo creato modelli, messo a punto una nuova didattica, fatta per competenze per avere una scuola veramente digitale. E’ fondamentale che il docente impari a riprodurre nel ‘terzo spazio’ un ambiente in cui interagire culturalmente per superare le limitazioni spazio-temporali e creare nuove comunità virtuali”. L’innovazione tecnologica non è una questione di moda, non è questione di voler rompere a tutti i costi gli schemi, ma anche e soprattutto sfida culturale.
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