
Il Liceo scientifico statale “Filippo Lussana” di Bergamo, attraverso un progetto sperimentale iniziato nel 2010, ha raccolto il dato che sul mercato dell’elettronica di consumo hanno fatto “irruzione” alcune tecnologie che entrano in relazione o in conflitto con i contesti educativi.
Nuovi itinerari didattici, curiosità che possono stimolare un ambiente di apprendimento innovativo e proficuo per i giovani, sono tra gli obiettivi di una sperimentazione che ad oggi vede coinvolte 1 classe quinta, 4 classi prime del liceo “Lussana” di Bergamo e 30 scuole riunite in rete.
L’iniziativa si è posta l’obiettivo di verificare se l’utilizzo di strumenti mobili e versatili di lettura e rielaborazione possa rappresentare un reale fattore di innovazione metodologico-didattica, affiancando e/o sostituendo i tradizionali libri di testo, nonché incidere sulla motivazione allo studio, sul processo di apprendimento e, in particolare, agevolare l’acquisizione di specifiche competenze di lettura e scrittura.
Il liceo “Lussana” ha scelto di impegnarsi nello studio dei presupposti e degli effetti, sperimentando situazioni d’uso che servano da un lato a definire delle “buone pratiche”, dall’altro a far affiorare limiti e rischi che si correrebbero se soluzioni tecnologiche venissero adottate nella pratica didattica senza averne messo a punto adeguati criteri di fruizione.
La cornice dell’ambiente di lavoro è perciò diversa da quella di cui si occupa tradizionalmente la ricerca nelle tecnologie didattiche (laboratori audiovisivi, aule multimediali, lavagne interattive) sperimentate fino ad ora in diversi contesti educativi, anche se proprio da quelle esperienze più consolidate e sperimentate traggono origine suggerimenti e pratiche.
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