
Si sta rapidamente diffondendo, soprattutto tra gli studenti universitari, la pratica di scannerizzare i libri di testo, trasformarli in pdf e metterli in rete (o comunque renderli disponibili ai compagni di studio).
Naturalmente si tratta di una pratica illegale, perseguibile a norma delle leggi vigenti. Ma lo era, e in parte continua a esserlo, anche quella di copiare e mettere in rete musica di ogni tipo. Il continuo, incontenibile sviluppo delle TIC e dei social network rende sempre più facili operazioni di questo genere, tanto che le maggiori case discografiche, preso realisticamente atto della situazione, hanno deciso da qualche anno di realizzare grandi librerie online e di abbassare enormemente i prezzi di vendita: l’unico modo correttamente ‘mercatistico’ per combattere la pirateria.
Non si vede perché questa strada non debba essere intrapresa al più presto anche dall’editoria scolastica: se non lo farà, anticipando i tempi lunghi di nuove leggi in materia, sarà inevitabile che i libri di testo – e non solo i più costosi – vengano copiati e distribuiti su larga scala in formato elettronico. Per molti non ci sarà nemmeno bisogno di scaricarli e stamparli: basterà un e-reader.
Tra gli studenti più impegnati nella produzione di testi piratati ci sono anche quelli che danno una motivazione ideologica del proprio operato, presentato come una battaglia per il diritto allo studio e contro le multinazionali e i gruppi economici che, come si legge in uno dei loro siti, “privatizzando le idee, tramite il copyright, limitano l’accesso alla cultura alla stragrande maggioranza delle persone”.
Registrati a tuttoscuola
Benvenuto su Tuttoscuola.com!
Registrati a tuttoscuola
Grazie per esserti registrato
controlla il tuo indirizzo di posta per attivare il tuo abbonamento