Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Presepe sì, presepe no

Torna anche quest’anno, ancora una volta, la polemica sul presepe a scuola.

Di scuole, classi e docenti che non festeggiano il Natale o non si curano di allestire il presepe in Italia ce ne sono a centinaia (o forse a migliaia), ma non arrivano quasi mai agli onori delle cronache.

L’ultimo caso riportato dai giornali e di cui si è occupato lo stesso ministro Gelmini viene da Cremona, dove in una scuola elementare, per iniziativa a quanto sembra di un maestro, la festa del Natale è stata abolita e sostituita da una generica e pacifista “festa delle luci”.

Secondo la Gelmini “non si crea integrazione e non la si aiuta eliminando la nostra storia e la nostra identità. In particolare il Natale contiene un messaggio di fratellanza universale. Quindi è un simbolo che non divide ma unisce“. Commentando la decisione della scuola ha precisato che essa “non è da me condivisa e non la trovo utile, pur nel rispetto dell’autonomia di ogni singola scuola“.

“La Festa delle luci” ha sostituito da qualche anno quella di Natale. E non solo a Cremona, ma in altre scuole italiane. La decisione sarebbe stata assunta d’intesa con i genitori e senza mai che ci fossero rimostranze, secondo una particolare idea di ospitalità, nel presupposto che si tratterebbe di una scuola interculturale.

Per il ministro leghista delle Politiche Agricole, Luca Zaia, si tratta di “un altro harakiri culturale perpetrato da un finto educatore sulla pelle dei nostri bambini“.

Negli ambienti della curia cremonese si fa notare che “non è però azzerando la propria identità che si può onorare il dialogo interculturale e religioso. Questo atteggiamento in termini psicologici si chiama perdita dell’autostima. Ed è una malattia da curare“.

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