Tuttoscuola: Scuola digitale

51° Congresso AICA: dai bit agli atomi tramite i FabLab

Di FabLab (da Fabrication Laboratory) e Makers (artigiani digitali) si parla anche nel rapporto ‘La Buona Scuola’ e relativa consultazione, e già esistono anche in Italia esperienze d’avanguardia a livello imprenditoriale e in forma sperimentale in alcune scuole.

Di questo si è parlato in modo approfondito la scorsa settimana a Milano in occasione del 51° congresso dell’AICA, (Associazione italiana per l’informatica e il calcolo automatico), dedicato al tema “Dai Bit agli atomi: Rilancio della manifattura e nuove competenze digitali”, tema di grande attualità, all’incrocio tra indagine economica e innovazione tecnologica.

La novità, che potrebbe interessare la riorganizzazione dei laboratori degli istituti tecnici e professionali italiani, e per alcuni aspetti anche di quelli dei licei, è lo sviluppo crescente del cosiddetto “additive manufacturing”, cioè della progettazione e fabbricazione digitale di oggetti di ogni genere e complessità tramite stampanti 3D, una pratica già in atto negli USA da dieci anni.

La prospettiva è di grande interesse per un Paese come l’Italia che ha una radicata tradizione di artigianato artistico e una diffusa presenza di piccole e medie industrie che potrebbero rinnovare e rilanciare la loro produzione su queste nuove basi, che uniscono creatività e fantasia a innovazione tecnologica.

Va notato che l’ambiente più adatto a sviluppare l’additive manufacturing è quello in cui la progettazione e le immediate verifiche di fattibilità possono avvenire su base fortemente cooperativa e interattiva, proprio come potrebbe accadere nei laboratori delle scuole ripensati in chiave tecnologica. Il fatto che il documento ‘La Buona Scuola’ abbia aperto una finestra su questo scenario futuro (ma non futuribile, perché è già in atto) ci sembra un segnale interessante e promettente.

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