Zaia: ‘Silenzio del Governo su legge che organizza nostro sistema scolastico vale come promozione’. Fedeli: ‘È incostituzionale’

“Il governo ha rinunciato a muovere rilievi di costituzionalità sulla legge veneta n. 8 del 31 marzo scorso che organizza il sistema educativo regionale in un’ottica unitaria. È un obiettivo riconoscimento alla nostra capacità di fare buone legge, di scriverle bene e di saper esercitare bene le prerogative regionali nell’ambito delle competenze che la Costituzione ci affida”. Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, accoglie la decisione del Consiglio dei ministri in merito ad otto leggi regionali prese in esame, tra cui la legge sul “Sistema educativo della Regione Veneto”. Non tarda ad arrivare però la risposta della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: “Legge Veneto va modificata”.

“Da un governo – aveva detto ieri, 6 giugno, Zaia – sempre pronto a contestarci leggi e provvedimenti di ogni tipo, dalla legge sulle moschee a quella sulla nomina dei direttori generali delle Ulss, dall’accesso ai nidi e ai servizi per la prima infanzia all’utilizzo della lingua veneta, la rinuncia all’impugnativa della legge che organizza il nostro sistema scolastico e formativo vale come una promozione a pieni voti”.

“Dopo la riforma della sanità – ha continuato Zaia – anch’essa passata indenne al vaglio del consiglio dei ministri. La legge 8/2017 sul sistema educativo regionale è un’altra importante riforma ‘di sistema’ attuata da questa amministrazione che supera l’esame di costituzionalità. Uno dei 22 disegni di legge che presentai in Consiglio gia’ il giorno dopo la mia elezione. Segno che questa Regione sa dare buona prova di sé nell’esercizio delle proprie competenze e che ha tutte le carte in regole per allargare i propri spazi di azione rivendicando l’utilizzo di maggiori forme di autonomia”.

“Il governatore Zaia sa bene che la legge sull’istruzione del Veneto va modificata – ha risposto la ministra Fedeli – perché presenta profili di illegittimità costituzionale e se oggi il Consiglio dei Ministri non l’ha impugnata è solo perché lo stesso Zaia si è formalmente impegnato con una lettera inviata a me e al Ministro per gli Affari regionali ad apportare le modifiche richieste dal Miur”. 

I problemi di legittimità costituzionale riguardano la violazione delle competenze legislative statali in materia di istruzione in particolare per: l’istituzione di una anagrafe regionale degli studenti non coordinata con quella nazionale; la durata dei percorsi della scuola secondaria di secondo grado, che a livello nazionale è quinquennale, mentre la legge regionale indica la durata triennale e quadriennale; la determinazione dei criteri di certificazione dei titoli e dei crediti per i passaggi all’interno della formazione professionale e fra questa e il sistema di istruzione; la definizione, a livello regionale, degli obiettivi di competenza linguistica straniera da raggiungere a conclusione dei cicli; la valutazione del sistema scolastico regionale.

“Sono tutti punti su cui la Regione Veneto ha detto che interverrà con le modifiche richieste dal Ministero – conclude Fedeli -. C’è agli atti la lettera firmata da Zaia. Ora è necessario che a ciò venga dato seguito così com’è sancito dalla Costituzione, che è chiara sui ruoli di Stato e Regioni in materia di istruzione. Da Zaia ci aspettiamo serietà e coerenza: per rispetto della funzione che ricopre, dei membri del Consiglio regionale, dei cittadini del Veneto”.