Voglia di anticipo

In molte città le scuole hanno già aperto liste di attesa (informali) per l’iscrizione alla prima elementare di bambini che compiranno sei anni tra il 1° gennaio e il 28 febbraio 2003. La possibilità – effetto della proposta di riforma – di anticipare già dall’anno scolastico 2002-03 l’ingresso in prima elementare (di 2 mesi per quest’anno e di 4 per l’anno dopo) annunciata dal sottosegretario Aprea, ha creato nelle famiglie molte attese. Il ministro Moratti peraltro nella conferenza stampa seguita all’approvazione della sua proposta in Consiglio dei ministri si era mostrata molto cauta, parlando di riapertura di iscrizioni a legge approvata.
Quel che è certo è che l’effetto anticipo sembra interessare le famiglie, e rimane quindi estremamente attuale il problema dei costi connessi all’anticipo.
Alcuni dei principali quotidiani italiani hanno ripreso la nostra notizia (vedi TuttoscuolaNEWS n. 36 del 4 febbraio) che poneva il dubbio che risultasse triplicato – rispetto al calcolo del ministero – il costo per le nuove classi da istituire nelle elementari che dovranno accogliere l’onda degli alunni che anticipano l’iscrizione. Di smentite non ce ne sono state, e dunque il dubbio rimane.
Certe volte repetita juvant: scrivevamo che nei calcoli ministeriali sembra non sia stato computato adeguatamente il numero di bambini che ogni anno si iscrive in prima elementare (circa mezzo milione, invece dei 266 mila ipotizzati). La differenza di questo dato di partenza modifica sostanzialmente il risultato finale, che porterebbe all’assunzione di circa 8.100 nuovi insegnanti, anziché di 2.550 come previsto dal MIUR.
Stupisce a questo riguardo che i sindacati di categoria, in questi giorni mobilitati contro il taglio di organici (8.500 posti in meno per l’anno prossimo) non abbiano dato peso a questo differenziale di posti non calcolati: 2.700/2.800 posti di insegnante in più – non compresi nel calcolo ministeriale – da assumere a settembre e altrettanti per il prossimo anno non sono da trascurare.