Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Vita di un’insegnante di sostegno: e lentamente muore chi crede nella scuola del futuro

#dlgs66/17nonbasta #infermierinellescuole

Caro Diario,

quando compiono 16 anni, chi li cambia?! Quando sono alti 1 e 70 e hanno le spalle grosse, chi li cambia?! E mentre si contratta su chi deve fare cosa l’insegnante di sostegno… muore.

…e lentamente muore

chi diventa schiavo della speranza,

ripetendo a se stesso che le cose cambieranno,
chi crede nella scuola del futuro,
chi rischia per l’inclusione,

chi studia ed è impossibilitato a trasformare la potenza in atto.

Muore lentamente, l’insegnante di sostegno che aspetta che, nel tutelare l’alunno, venga tutelata la sua professione.

Intanto qui c’è un tanfo che farebbe scappare il più tenace dei guerrieri. Non so più che fare. In contesti diversi avrei chiamato la famiglia, ma quando le famiglie non ci sono? Quando non ci sono mamme e papà dietro a questi ragazzi? Chi? Chi? Chi, santamiseria, deve prendersi cura di loro?

I calci e i pugni nell’attività di contenimento me li prendo. Senza fiatare. Anche perché quando succede, succede perché fuori le nuvole sono gonfie, ha dormito poco, è giustamente arrabbiato con il mondo o perché è semplicemente incapace di gestire le sue emozioni. Ma questo, no.

L’odore acre si avvicina al miasma, fa impressione. È dignità questa? La mia, la sua, dico, è dignità? Non si sa mai a chi spetta questo compito, mai. Alla fine qualcuno lo cambia, ma dopo quanto? Ormai è grande, robusto, forte, un uomo. Il collaboratore non sempre è nel corridoio, impegnato in diecimila attività, l’assistente è minuta. Alla fine, chi lo fa si trova sempre, ma lo fa contro voglia, con diffidenza ed è normale. La scuola italiana dovrebbe prevedere tutto questo. La scuola italiana, inclusiva, dovrebbe prevedere degli operatori socio sanitari nelle scuole per gli alunni, per i quali la deiezione non può più essere appellata “santa”. Per gli alunni grossi. Per gli alunni alti. Per gli alunni ormai adulti. Per gli alunni con i comportamenti problema.

Si parla di didattica, di apprendimento, di inclusione, ma se ci si perde nei problemi reali è il caso di fare un passo indietro. Le criticità quotidiane con cui ci si scontra tutti i giorni sono l’igiene, la somministrazione di farmaci e la somministrazione del cibo.

Qui c’è un lezzo da cui tutti fuggono. Chi lo cambia? E mentre si decide chi deve fare cosa, l’insegnante di sostegno…muore, accanto all’alunno: il suo. 

Sara

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