In vista del contratto scuola: quella voglia di deroga

Prima di dare inizio alle trattative per il rinnovo del contratto del personale della scuola, i sindacati, in particolare la Flc-Cgil, chiedono l’applicazione dell’accordo confederale del 30 novembre scorso sui rapporti tra legge e contratto.

Il Governo si impegna a rivedere gli ambiti di competenza, rispettivamente, della legge e della contrattazione, privilegiando la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delle garanzie dei lavoratori, nonché degli aspetti organizzativi a questi direttamente pertinenti”. È questo il passaggio più significativo di quell’accordo tra Governo e Confederazioni sottoscritto – non casualmente – pochi giorni prima del referendum.

Il Governo firmatario era quello del premier Renzi, ma, in una logica di continuità, ora ne viene richiesta l’applicazione al Governo Gentiloni.

Quell’accordo sottintendeva il ripristino dell’istituto della disapplicazione, applicato una sola volta all’inizio del mandato del ministro Fioroni per evitare il docente tutor voluto dalla riforma Moratti e per ripristinare il diritto a richiedere il trasferimento ogni anno.

Allora il decreto legislativo 165/2001 sul pubblico impiego consentiva ai contratti il potere di deroga (disapplicazione di una legge). Successivamente il decreto è stato modificato, annullando di fatto, il potere derogatorio dei contratti.

Quel che vorrebbero i sindacati è probabilmente un ripristino normativo che restituisca il potere di disapplicare, quando non gradite, norme sul rapporto di lavoro, come alcune contenute nella legge 107/15 (chiamata diretta, mobilità sugli ambiti territoriali, bonus premiale).

Sono trascorsi ormai sette mesi da quell’accordo del novembre scorso, ma né l’attuale Governo né il Parlamento hanno messo mano alla revisione della norma, nonostante l’impegno sottoscritto.

Difficile che si possa farlo ora prima dell’avvio della trattativa contrattuale, ma il sindacato, in mancanza della revisione normativa che restituirebbe il potere derogatorio, probabilmente non desisterà dal tentativo di congelare in qualche modo le norme non gradite della 107, come è riuscito ad ottenere con il contratto sulla mobilità.