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di Martina Bocchi

La vita di ognuno di noi è paragonabile ad un viaggio, nel quale si affrontano difficoltà, si impara dalle esperienze vissute e ci si relaziona con il prossimo.

Il viaggio è conoscenza e conoscere aiuta gli individui a crescere, confrontarsi, scoprire il diverso come risorsa e non come ostacolo. E quando non ci si può spostare materialmente, cosa si fa? Si viaggia con la fantasia e in questo la letteratura ci dà una mano.

Il percorso laboratoriale proposto ha inizio con la lettura del XXVI canto dell’Inferno della Divina Commedia, che ci introduce in una sorta di viaggio a ritroso, per scoprire le caratteristiche del personaggio Ulisse nella sua ultima esperienza: il viaggio e la permanenza nel mondo ultraterreno.

I ragazzi, successivamente, attraverso l’Odissea di Omero, compiono un viaggio diverso, che comporta sia l’avere una meta, sia il superamento di numerosi ostacoli, sia la verifica di molte esperienze…sia una grande sete di conoscenza di cui il protagonista è guidato. Seguendo il protagonista, i ragazzi incontrano il ciclope Polifemo e hanno modo di verificare la sua non ospitalità contrapposta alla sacrale regalità delle leggi dell’ospitalità, tanto cara presso il popolo greco.

Per meglio approfondire il concetto dell’ospitalità, la classe è invitata prima a realizzare una tabella di confronto sui diversi comportamenti tenuti dagli dei e dagli abitanti dei luoghi dove approda Ulisse e poi a riflettere su come la nostra società accoglie gli immigrati che fuggono dalle loro terre, vuoi per motivi economici, vuoi per motivi politici o sociali.

La conclusione dell’unità di apprendimento prevede una sua narrazione con strumenti multimediali che diventa un’occasione per i ragazzi di maturare la consapevolezza che compiere un viaggio comporta la disponibilità ad incontrare altre culture e a dialogare con altri popoli e richiede un atteggiamento di accoglienza e apertura mentale.

Per visionare l’unità di apprendimento integrale clicca qui