Vertecchi: che scuola volgare…

C’era molta attesa per l’intervento di Benedetto Vertecchi, primo presidente dell’INVALSI (ex Cede) tra il 1997 e il 2001 e acoltato consigliere dell’ex ministro Luigi Berlinguer. Attesa e curiosità, perchè il tema scelto dal noto pedagogista per il suo intervento a conclusione del convegno del CIDIMerito senza merito“, svoltosi il 4 maggio 2009 presso l’Istituto Kirner di Roma, era “L’educazione nella società volgare“.

Titolo volutamente provocatorio nella sua ambiguità semantica e anche politica (“volgare” può significare anche “popolare”: un termina caro alla sinistra, alla quale Vertecchi è sempre stato vicino). Ma il ragionamento svolto dal professore con serrata coerenza (Berlinguer diceva che Vertecchi ha una “personalità militare”) ha sciolto ogni dubbio: “volgare” è a suo avviso una società, come quella di oggi, che tende a semplificare e banalizzare tutto, secondo quanto richiesto dalle attuali strategie della comunicazione e dei consumi (sub)culturali di massa, e lo fa anche in campo educativo. Ma la semplificazione e la facilizzazione dei contenuti e degli obiettivi della formazione scolastica costituisce in realtà non un guadagno ma una perdita di libertà per gli studenti. “La fatica di apprendere“, dice Vertecchi citando Gramsci, “è vera libertà“, rende gli individui capaci di esprimere un pensiero organico.

Ma come uscire dalla volgarità dominante? Come ri-costruire una scuola capace di dare agli studenti una formazione capace di renderli più autonomi e più liberi dai condizionamenti esterni? Con accenti che sono apparsi in qualche misura autocritici Vertecchi ha condannato il cedimento dei decisori politici (anche di sinistra) ad una concezione aziendalistica e quantitativa della scuola, con la conseguente rinuncia a mantenere alto il livello culturale degli studi. Ma su come operare in concreto per “contraddire la volgarità e ricostruire una scuola di qualità e di massa” Vertecchi non si è espresso. Si è limitato a dire che si tratta di una strada difficile, ma senza alternativa. L’unica consolazione, ha detto in conclusione a una platea che cominciava a mandare segnali di depressione, è che peggio di così non può andare. “E’ come se, scavando, fossimo arrivati al centro della Terra. Più in là di così si può solo risalire…”