Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Vengono a scuola e lasciano la guerra: il primato agli albanesi

Scorrendo i tanti numeri dello studio del ministero dell’Istruzione sugli alunni di nazionalità straniera, non si può non rilevare come i gruppi più consistenti rappresentino una testimonianza migrante degli sconvolgimenti politici dell’ultimo decennio.
In particolare l’ex-impero comunista, dopo il suo disfacimento, porta quantità crescenti di famiglie (e di alunni) nel nostro Paese. Da due anni gli albanesi costituiscono nel loro insieme il gruppo più numeroso di alunni presenti nelle nostre scuole. Nel 2000-01 sono stati 25.050 (quasi 1/6 del totale degli alunni stranieri).
8.023 sono stati gli alunni della Jugoslavia (Serbia-Montenegro), 6.096 i Rumeni, 3.795 i Macedoni, 2.385 i Bosniaci e altrettanti i Polacchi, 1.756 i Croati, 1.655 i Russi, 920 gli Ucraini e tanti altri ancora.
Gli alunni del Marocco, che per anni avevano rappresentato il gruppo più numeroso, vengono dopo degli Albanesi: 23.053. La Cina ha 8.659 alunni e il Perù 4.486.
Lo studio del ministero evidenzia la situazione degli stati emergenti. Dopo Albania, Marocco, ex-Jugoslavia, Cina, Romania e Perù, caratterizzate da una crescita più veloce o cospicua, emergono Filippine, Tunisia, India, Ecuador e Ghana (tutti con più di 2.000 alunni presenti); poi il Pakistan, la Colombia, lo Sri Lanka, la Nigeria ed il Bangladesh con oltre 1.000 unità di presenze.

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