Valutazione stramba nella primaria: voto in decimi a febbraio, giudizio analitico a giugno

Per l’applicazione della nuova norma (comma 2-bis, art. 1, legge 41/2020) che prevede per la scuola primaria il giudizio analitico per le tutte le discipline al posto del voto in decimi, Tuttoscuola è stata purtroppo profetica nell’ipotizzare, per assurdo, una valutazione ad andamento variabile. Infatti, anche se sembra illogica e immotivata, la valutazione quest’anno sarà espressa nel primo quadrimestre con i voti in decimi e nello scrutinio finale con giudizio analitico.

Dopo quasi tre mesi di inspiegabile silenzio, il capo dipartimento Max Bruschi ha emanato una nota (prot. 1515 del 1.09.2020) in cui, dopo aver informato che per l’applicazione del nuovo dispositivo ha costituito un gruppo di lavoro presieduto dalla prof.ssa Elisabetta Nigris, Coordinatrice nazionale dei Presidenti dei Corsi di laurea in scienze delle formazione primaria, ha infatti precisato che “La norma, attualmente, nulla dispone per quanto concerne la valutazione intermedia, che resta dunque disciplinata ai sensi dell’articolo 2, comma 1 del Dlgs 62/2017 e dunque con votazione in decimi, salvo successive modifiche che potranno intervenire in sede legislativa, delle quali il Dipartimento e la DGOSV daranno prontamente conto, in sinergia con il gruppo di lavoro”.

Ricordiamo che la norma di cui viene data la strana e imprevista interpretazione recita così: «2-bis. In deroga all’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, dall’anno scolastico 2020/2021, la valutazione finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo è espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministro dell’istruzione».

La dizione “valutazione finale” era rimasta nell’emendamento predisposto per trovare applicazione immediata nello scrutinio conclusivo dell’anno scolastico del giugno scorso, ma, a seguito dell’intervento della ministra Azzolina che si era dichiarata non contraria suggerendo di rinviare la riforma, il testo dell’emendamento aveva soltanto disposto l’applicazione da quest’anno.

L’illogicità dell’interpretazione espressa nella nota dipartimentale sta nel fatto che il cambiamento della valutazione voluto dalle legge 41/20 non è formale, ma richiede da subito una nuova filosofia valutativa che eviti qualsiasi forma di valutazione sommativa e che, invece, abbia maggiore valenza formativa e orientativa. Un cambiamento che non solo dovrebbe essere acquisito nel POF triennale delle scuole ma che, soprattutto, richiederebbe programmazione e condivisione ai vari livelli collegiali da parte dei docenti interessati. E anche le famiglie dovranno essere tempestivamente informate.

Non vi è dubbio che questo sistema a velocità e modalità variabile, delineato dalla nota interpretativa, non semplificherà il lavoro degli insegnanti. Anzi.

Suona, quindi, un po’ ironica la conclusione del capo dipartimento: “Non mi resta che augurarvi buon lavoro, assicurandovi che la parola ‘accompagnamento’, per quanto riguarda l’intero dipartimento e le sue direzioni, ha e avrà un significato sostanziale”.