Valutazione Qualità della Ricerca: atenei del Sud in rimonta

Le università italiane si rimboccano le maniche, il livello medio della qualità della ricerca si alza. Il gap tra Nord e Sud Italia si riduce, segno che gli atenei si muovono verso uno standard comune. E’ quanto emerge dalla presentazione di questa mattina dei risultati della seconda Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) dell’Anvur che saranno poi utilizzati per ripartire tra le università la parte premiale dell’FFO 2016. “Siamo soddisfatti, vuol dire che la valutazione funziona“, commenta Andrea Graziosi, presidente Anvur.

Il lavoro di valutazione è durato 18 mesi. In questo periodo un team di 450 super esperti, coadiuvato da 14mila professori e ricercatori, ha valutato ben 118mila lavori realizzati tra il 2011 e il 2014 da circa 65mila professori e ricercatori impegnati in 132 strutture tra università, enti di ricerca e consorzi interuniversitari.

Certo, tra le università statali italiane che hanno ottenuto risultati migliori in termini di valutazione della ricerca troviamo sempre gli stessi nomi: al primo posto la Scuola IMT Alti Studi Lucca, al secondo la Sant’Anna di Pisa e al terzo la Normale. Per leggere il nome di un’università del Meridione dobbiamo spostare lo sguardo fino alla ventesima posizione e continuare a scorrere verso gli ultimi posti. Eppure è proprio agli atenei del Sud che andrebbe un riconoscimento particolare: sono questi, infatti, ad aver lavorato sodo riducendo lo svantaggio che avevano riportato nella precedente Valutazione della Qualità della Ricerca, anche se non sempre sono riusciti a risalire di qualche gradino. 

La prima valutazione – dichiara Graziosi – tendeva a far emergere le differenziazioni tra le università. Eppure proprio questo sistema ha smosso gli atenei facendoli tendere verso standard più alti. Il dato straordinario è quello del Meridione: le università restano agli ultimi posti, ma dimezzano le distanze. I tassi di recupero sono impressionanti“.

E per quanto riguarda gli atenei migliori?I loro risultati non lo sono altrettanto – continua il presidente Anvur – sicuramente restano molto buoni e questo gli permette di rimanere ai primi posti, ma non ci sono stati grandi miglioramenti da parte loro. Il sistema premiale fondato sulla Valutazione della Qualità della Ricerca ha promosso i comportamenti virtuosi“.

Un sistema questo che sappiamo bene aver suscitato parecchie polemiche. Diversi docenti nei mesi passati si sono rifiutati di inviare i propri lavori e di farsi giudicare. Migliaia di euro di finanziamenti che dipendono da questa valutazione hanno rischiato così di saltare per università come la Sapienza di Roma e quella del Salento, dove l’astensione era arrivata a toccare persino il 30%. Un pericolo scampato: su tutto il territorio nazionale la percentuale di astensione è stata solo dell’8″. “Una protesta piccola, ma rumorosa” la definisce Graziosi che parla di forzature per l’invio dei lavori arrivate direttamente dai rettori delle università coinvolte nelle proteste dei mesi scorsi: “Forzature che di certo non sono state richieste da nessuno. La realtà è che la protesta non ha riguardato una percentuale estesa”.

Peccato che se i risultati di questa valutazioni siano stati ottimi, non si prevedono miglioramenti buoni quanto questi per una prossima VQR: “ Una terza Valutazione della Qualità della Ricerca non darà gli stessi risultatidichiara infatti il presidente Anvur – L’università è migliorata davvero con la seconda VQR“.