Vacanze scolastiche, le reazioni dei sindacati

Al ministro Poletti che ha parlato di eccesso di vacanze scolastiche, suggerendo di impiegare d’estate i ragazzi in lavori formativi, rispondono Cisl-scuola e Uil-scuola.

Possiamo perdonargli – dichiara Scrima per la Cisl – con uno sforzo di generosità, la scarsa conoscenza di quanto accade nella nostra scuola, dove gli alunni fanno più o meno la stessa quantità di vacanze dei loro coetanei di altri paesi. Magari con scansioni differenti, che tengono conto di fattori diversi (soprattutto dei ritmi del sistema produttivo), ma sostanzialmente equivalenti in termini di quantità“.

Il segretario ritiene invece imperdonabile pensare che sia facile, al giorno d’oggi, per ragazzi di quell’età, trovare un lavoro di cui fare esperienza. “Pesano purtroppo su di loro – prosegue Scrima – anche se meno drammaticamente, le stesse difficoltà con cui fanno duramente i conti le generazioni più adulte, a causa di una mancanza di lavoro che è la prima emergenza in assoluto da affrontare“.

Piuttosto che immaginare “lavoretti” per i figli – conclude – si faccia di tutto perché siano i padri disoccupati a ritrovare un lavoro: è la loro, infatti, la “vacanza” di cui preoccuparsi, questa sì tante volte troppo lunga e troppo amara“.

Sullo stesso tenore le dichiarazioni di Di Menna per la Uil-scuola.

Il tempo che i ragazzi italiani passano a scuola è allineato con quello degli altri Paesi europei. Il tempo delle vacanze scolastiche è dunque lo stesso, seppur distribuito in modo diverso“.

Di Menna invita a non irreggimentare tutto e a decidere tutto per tutti. Cosa far fare ai ragazzi, nel periodo di vacanza dipende dalla fascia di età e dal tipo di percorso, ed è questione che riguarda in primo luogo le famiglie.

Gli insegnanti – afferma il sindacalista – possono dare suggerimenti, fornire consigli per l’orientamento. Studi all’estero, stage, sport, lavoro, corsi legati all’età, alle capacità e alle esperienze maturate, tutto può contribuire all’istruzione e alla formazione dei ragazzi“.

Secondo Di Menna, “gli Enti locali e il Governo possono favorire l’ampliarsi di queste opportunità e sostenere finanziariamente, attraverso tutti i canali di crescita culturale, le famiglie in situazioni economiche disagiate“.