Università/2. Idee per invertire la tendenza al declino

Come restituire prestigio e attrattività agli studi superiori? Alcune proposte sono state avanzate da Maurizio Ferrera in un lucido editoriale pubblicato sul Corriere della Sera di giovedì 3 settembre. Servirebbe in primo luogo intervenire drasticamente sulle rette, che in Italia sono “troppo basse per i ricchi e troppo alte per i poveri (…) facendo pagare di più chi può permetterselo e aumentando borse di studio e servizi per chi ha pochi mezzi”. 

Occorrerebbe nello stesso tempo costruire un sistema di istruzione “terziaria di massa” affiancando ai corsi di laurea e agli ITS una ampia gamma di percorsi di uno o due anni a carattere fortemente professionalizzante, da progettare con il coinvolgimento diretto degli imprenditori, e non solo per i tirocini.

Bisognerebbe però cominciare a orientare gli studenti già negli ultimi anni di scuola secondaria superiore. In qualche modo tenta di farlo la legge 107/2015 (Buona Scuola) con l’alternanza scuola-lavoro negli istituti secondari superiori, la cui adeguatezza ed efficacia sarà comunque tutta da verificare.

Ferrera cita come esempio positivo la sperimentazione, in corso negli USA con il sostegno di alcune grandi aziende, di percorsi di scuola secondaria superiore della durata di sei anni (anziché quattro, che è la normale durata della high school) che offrono, oltre al certificato di conclusione degli studi – l’equivalente della nostra maturità – un “pacchetto di crediti universitari da spendere dopo”. Questa sperimentazione di un percorso integrato tra scuola secondaria e superiore, denominata degli USA Early College High School, è centrata sulle discipline cosiddette STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica), ed è un esempio della grande flessibilità e capacità innovativa del sistema educativo americano. Quella che la scuola italiana non ha mai avuto. Anche questo spiega perché negli USA oltre l’80% dei diplomati segue percorsi universitari, mentre in Italia non arriviamo al 50%, al lordo dei successivi fallimenti.