Un decreto che divide

Il primo atto sulla scuola del governo Berlusconi ha diviso il fronte sindacale. CGIL, UIL, Gilda e Cobas contrari; Snals e Cisl ne hanno valutato positivamente alcuni aspetti, sia pure tra molti distinguo. Particolarmente dura la posizione della Uil Scuola (www.uilscuola.it), che ha minacciato azioni legali.
Un’accoglienza positiva al decreto legge Moratti del 28 giugno è stata riservata dall’ANP, secondo la quale il provvedimento, pur essendo frutto di una logica emergenziale, rappresenta un primo passo verso la piena attuazione dell’autonomia. Peraltro la principale associazione di dirigenti scolastici fa notare con rammarico che il decreto trasferisce alle scuole il potere di nomina dei supplenti, e non quello di scelta (che si sarebbe avuto se le graduatorie cui far ricorso fossero state quelle di istituto, e non quelle provinciali).
Il decreto Moratti ha infatti previsto la possibile competenza dei dirigenti scolastici (e dei loro uffici di segreteria) per le nomine del personale su posti vacanti tutto l’anno nella propria scuola. Non essendo un processo preparato con il dovuto anticipo, sono in molti a temere che il sistema faccia crac, con conseguente rischio di rendere ulteriormente precario l’avvio d’inizio d’anno.
Decentramento sì, ma con judicio. Adelante…