Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Uil: la scuola cambia, eccome

La Uil Scuola ha appoggiato il ritiro del riordino dei cicli deciso dal ministro Moratti, ma ha anche lanciato un monito al governo: “attenzione a cadere nella trappola di voler smontare tutto, perché ci sono riforme che non vanno cambiate (Autonomia, legge di parità riforma dell’amministrazione). Anche perché – aggiunge il sindacato – la scuola italiana, negli ultimi dieci anni, ha mostrato di saper cambiare, in meglio: lo dimostra una ricerca in venti schede che rielabora dati Ocse e del Ministero, aggiornati al 2000 e 2001. Ecco le principali voci, gli indicatori del livello di qualità raggiunto dalla scuola italiana:
· retribuzioni degli insegnanti (sotto gli standard europei, soprattutto se si considera il salario d’uscita),
· spesa per l’istruzione (appena il 5 per cento del Pil),
· introduzione di nuovi strumenti dell’insegnamento (dal computer alle lingue straniere)
· nel 1991 l’insegnamento delle lingue era assente dalle elementari: a distanza di dieci anni il 92 per cento dei bambini frequenta le ultime tre classi del primo ciclo studiando una lingua straniera.
· una scuola più moderna anche perché più multiculturale, con 112 mila studenti stranieri. E anche più aperta ai problemi dell’handicap: su 133 mila ragazzi, solo il 2 per cento frequenta scuole speciali.
· Tuttavia per questa scuola si spende ancora poco: da quattro anni è ferma la spesa reale per ogni studente (8.300.000 lire). Mentre si investe poco negli insegnanti: 117mila sono oggi i precari, il doppio rispetto al ’97-’98.
In base ai risultati della ricerca, la Uil lancia un altro monito: sì alla parità, ma non smantellare il sistema pubblico dell’istruzione visto che il 93 per cento dei ragazzi frequenta scuole statali. La ricerca è disponibile sul sito www.uilscuola.it

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