Turi (Uil), no alle ‘scuole di tendenza’

Inaccettabile condizionamento degli insegnanti. E anche i dirigenti rischiano di essere eterodiretti dalla burocrazia ministeriale

Ci preoccupa la direzione che sta prendendo la nostra scuola all’indietro nella storia, ci preoccupano le ‘scuole di tendenza’, ci preoccupa la trasformazione genetica che sta avendo la scuola ad opera delle legge 107. Il Governo – ha detto Pino Turi, segretario della Uil scuola, nel suo intervento alla manifestazione di Napoli – dietro la facciata  delle assunzioni tradisce un  ritorno neo autoritario nella scuola che pensavamo ormai scongiurato”.

Con l’introduzione del bonus e la scelta diretta da parte dei dirigenti scolastici“, ha ribadito ancora Turi dal palco allestito a Piazza Matteotti, “si opera un condizionamento inaccettabile del personale. Ad essere penalizzati per primi sono gli insegnanti che di fatto vedono indeboliti il pluralismo professionale e la libertà di insegnamento. Fondamentali per una scuola di qualità“.

Le rivendicazioni alla base dello sciopero di oggi – 46° anniversario dell’adozione dello Statuto dei lavoratori, ha ricordato il sindacalista – “vedono insieme tutte le componenti del mondo della scuola che da questa riforma si vedono tutte penalizzate e svuotate delle proprie  funzioni“. Anche i dirigenti scolastici “sono sottoposti  ad una valutazione che ne condizionerà l’azione finendo  per essere etero diretti  dalla burocrazia ministeriale che nulla a  che fare con l’attività delle scuole dell’ autonomia“.

Inoltre “il personale ATA è stato totalmente ignorato dalla legge 107 e danneggiato dalla legge finanziaria che ha, al momento, negato il diritto all’assunzioni nei ruoli ed impedito la sostituzione per le assenze brevi. Una situazione che sta producendo ricadute negative sulle attività nelle scuole“.

Neanche sul fronte del precariato la legge del Governo sulla scuola ha prodotto gli effetti attesi, e il concorso lascerà posti vuoti: “una situazione di vera emergenza a cui si associano nove anni di vuoto contrattuale“.

Tutto questo giustifica le rivendicazioni di oggi: “i diritti – ha concluso Turi – non sono come il diamante, per sempre, bisogna difenderli ogni giorno. E’ fondamentale la partecipazione attiva”.