Trump/3. Tornano i voucher. E gli spogliatoi separati

Trump happened” – potremmo tradurre “Ci è capitato Trump” – è il titolo di un articolo di Frederick Hess, autorevole direttore della sezione ‘Education Policy Studies’ dell’AEI (American Enterprise Institute for Public Policy Research) ed editorialista di Education Next, testata online sponsorizzata dalla Stanford University e dalla Harvard Kennedy School-Program on Education Policy and Governance.

Nell’articolo, scritto subito dopo l’elezione di Trump, Hess ha elencato una serie di ragioni per le quali buona parte del mondo intellettuale americano, e la quasi totalità di quello che si occupa di educazione, ha accolto l’esito della votazione più o meno come una sciagura.

Se Trump terrà fede a quanto detto durante la campagna elettorale ci si deve attendere non solo l’accantonamento della legge voluta da Obama ESSA (Every Student Succeeds Act) ma addirittura la soppressione del Ministero federale dell’educazione (United States Department of Education) in nome della completa autonomia dei singoli Stati in materia educativa, cosa non prevista dai precedenti governi a guida repubblicana, e tantomeno da quello di Bush jr., che agli esordi del suo primo mandato (2001) aveva anzi fatto approvare, con consenso sostanzialmente bipartisan, una legge abbastanza interventista come la NCLB (No Child Left Behind).

E inoltre: spogliatoi e bagni rigorosamente separati a seconda della sessualità biologica degli studenti (e non di quella soggettivamente percepita, come nel caso dei transgender), educazione sessuale tesa ad escludere rapporti di coppia prima del matrimonio e così via.