Trattenuta Enam, Uil Scuola: ‘Destinarla alla previdenza integrativa’

Destinare la trattenuta Enam alla previdenza integrativa. È questa la proposta avanzata da Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, nel corso del convegno “La previdenza complementare nel settore pubblico”, organizzato appunto dalla Uil.

Il motivo della proposta è chiaro e lo ha spiegato anche il segretario: “La trattenuta Enam, contributo versato soltanto dagli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria ha perso con il tempo la sua connotazione originaria, quella di avere dei servizi e delle opportunità legate alla professione. Una sorta di assicurazione sanitaria complementare a quella pubblica venuta meno con “l’esproprio” dell’Ente. L’Inps, che ha surrogato l’Enam, non riesce ad assicurare le stesse prestazioni. Il punto è che mentre i servizi non ci sono più, il contributo Enam viene ancora versato”.

Sono quasi 300 mila, infatti, i docenti di ruolo della scuola primaria e dell’infanzia assoggettati per obbligo di legge alla ritenuta Enam (0,80% sulla retribuzione mensile, 13.a mensilità compresa), l’Ente di assistenza magistrale soppresso nel 2010 in quanto ritenuto, erroneamente, ente inutile (viveva esclusivamente con i contributi degli iscritti, senza un centesimo di onere da parte dello Stato).

I beni e il patrimonio dell’Ente erano stati trasferiti alla gestione dell’Inpdap e successivamente all’Inps, mantenendo, però, l’obbligo di contribuzione a carico degli insegnanti e degli ex-direttori didattici, diventati nel frattempo dirigenti scolastici.

Le funzioni assistenziali sono virtualmente assicurate dall’Inps, ma sono pochissimi gli insegnanti che se ne avvalgono, in quanto, a differenza di quanto avveniva con l’Enam ancora in vita, non è facile e semplice conoscere bandi, scadenze e modalità di accesso.

L’Inps, però, incassa ugualmente le quote contributive degli iscritti (non volontari) che mediamente sono pari all’importo individuale annuo di circa 195 euro. L’Inps incassa annualmente circa 57,5 milioni di euro.

Anche Tuttoscuola aveva proposto di utilizzare la trattenuta Enam in modo diverso (vedi articoli correlati), magari abrogando quell’obbligo e rendere facoltativa la contribuzione con conseguente diritto di accedere alle prestazioni. Per i pensionati il diritto di accesso già maturato dovrebbe ovviamente essere mantenuto.

Diversa la proposta di Uil Scuola che tiene conto dell’importanza della pensione integrativa, la cui gestione dei fondi è affidata attualmente a Fondo Espero, come forma di risparmio a garanzia di un futuro in cui le pensioni si prospettano sempre più basse. Eppure non sono ancora tantissimi i lavoratori della scuola che propendono al risparmio previdenziale. Pochi si pongono il problema per cui, al momento del collocamento a riposo, il trattamento pensionistico pubblico sarà nettamente inferiore al trattamento stipendiale e non consentirà di mantenere il tenore di vita precedente.

Ecco perché è necessario diffondere una cultura della previdenza complementare per far sì che, già al momento della stipula del contratto di lavoro, i dipendenti della scuola possiedano le informazioni necessarie per compiere scelte consapevoli sul proprio futuro. Una buona cultura previdenziale aiuta a pianificare la propria vita lavorativa e, quindi, la propria vecchiaia. Tuttoscuola ha cercato di approfondire la questione in un’intervista al prof. Roberto Natoli, il Presidente del Fondo Scuola Espero pubblicata nel numero di maggio 2016 di Tuttoscuola. 

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