TALIS. Insegnanti italiani (di scuola media) nella media Ocse

L’Invalsi potrebbe integrare e approfondire l’indagine

L’indagine internazionale dell’Ocse sull’insegnamento e l’apprendimento (Teaching and Learning International Survey – TALIS) è una rilevazione internazionale su larga scala sugli insegnanti, sui dirigenti scolastici e sull’ambiente di apprendimento nelle scuole i cui dati relativi al 2018 sono stati pubblicati nei giorni scorsi. La precedente edizione era stata realizzata nel 2014.

La ‘nota Paese’ dedicata all’Italia contiene i risultati della ricerca che ha riguardato gli insegnanti e i dirigenti della sola scuola secondaria di I grado in scuole pubbliche e private (altri Paesi hanno allargato la ricerca ad altri livelli di scuola).

Nove sono i temi considerati nell’indagine TALIS 2018: pratiche didattiche degli insegnanti; leadership scolastica; pratiche professionali degli insegnanti; formazione e preparazione iniziale degli insegnanti; feedback e sviluppo degli insegnanti; clima scolastico; soddisfazione sul lavoro; questioni relative alle risorse umane docenti e alle relazioni con gli stakeholder; autoefficacia degli insegnanti. Inoltre due temi trasversali: innovazione, equità e diversità.

In ciascun Paese è stato selezionato un campione casuale rappresentativo di 4.000 insegnanti e dei loro dirigenti scolastici in 200 scuole: hanno risposto circa 260.000 insegnanti, che rappresentano più di 8 milioni di insegnanti nei 48 Paesi partecipanti. In Italia i questionari TALIS sono stati compilati da 3.612 insegnanti della scuola secondaria di I grado e 190 dirigenti scolastici. Numeri nel complesso statisticamente significativi che hanno messo in luce la sostanziale “medietà” della nostra scuola secondaria di I grado, anche se su alcuni punti sono emersi scostamenti di un certo rilievo.

Nella media Ocse-TALIS, o vicini ad essa, sono risultati i dati relativi a buona parte dei quesiti (per esempio: l’insegnamento risulta la prima scelta professionale per il 65% degli insegnanti in Italia e per il 67% nei Paesi Ocse; gli insegnanti dedicano, in media in Italia, il 78% del tempo in aula all’insegnamento e all’apprendimento effettivo, dato identico alla media Ocse; il 65% degli insegnanti riferisce di aver spesso calmato studenti problematici, come nella media). 

Gli scostamenti più significativi emersi nell’indagine TALIS riguardano l’età degli insegnanti (49 anni contro la media Ocse di 44) e dei dirigenti (56 contro 52); la bassa percentuale di atti intimidatori o di bullismo (solo il 3%, secondo i dirigenti scolastici italiani, contro la media Ocse di 14); il limitato impiego delle TIC in classe (47% contro il 53% della media Ocse); la formazione dei dirigenti più orientata alle competenze amministrative (il 61% ha seguito un corso di amministrazione scolastica contro la media Ocse del 54% mentre solo il 43% ne ha completato uno in leadership educativa contro la media Ocse del 54%).

La scuola secondaria di primo grado italiana, comunque, si colloca nel complesso attorno alla metà delle medie Ocse- TALIS: medie che peraltro, per quanto riguarda le informazioni contenute nella citata nota Paese sull’Italia, non sono disaggregate per macroaree geografiche a differenza di quanto viene normalmente fatto, per esempio, per i dati dell’Ocse-Pisa.

A questo proposito ci permettiamo di suggerire un’iniziativa, volta a rendere più utili, anche ai fini delle policies formative del Miur, i risultati emersi in questa indagine TALIS. Se i dati disaggregati per aree territoriali fossero tecnicamente acquisibili e messi a disposizione dei ricercatori dell’Invalsi, si potrebbe forse capire meglio se esistono correlazioni tra i risultati del TALIS sugli insegnanti di scuola media e quelli del Pisa sui quindicenni, che presentano fortissimi squilibri territoriali. Forse l’Invalsi, che dispone, oltre che dei dati Pisa, anche dei moltissimi dati disaggregati acquisiti attraverso le prove nazionali somministrate agli studenti di terza media, e anche del secondo anno di scuola secondaria superiore, potrebbe fare un utile approfondimento per stabilire l’entità e la portata di tali correlazioni. Si tratterebbe di una tipica azione di valutazione di sistema, pienamente in linea con la mission fondativa dell’Istituto.